martedì 13 maggio 2014

Mare nostrum, test Tbc per i militari ma nessuna tutela sanitaria per i poliziotti

Mare nostrum, test Tbc per i militari ma nessuna tutela sanitaria per i poliziotti. Innocenzi, preoccupati per la salute dei colleghi.

Nessuna tutela sanitaria per i poliziotti e gravissimo ritardo nella corresponsione dello straordinario dura presa di posizione della Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia che ha scritto al Dipartimento della P.S. per denunciare la situazione del personale della Polizia di Stato impegnato nell'operazione Mare Nostrum.
Dall'ottobre scorso – spiega la Consap – i poliziotti sono comandati di servizio sulle navi della Marina Militare impegnate nei pattugliamenti delle acque internazionali davanti alle coste di Tunisia, Egitto e Libia con partenza dai porti siciliani di Agusta e Lampedusa. I contingenti di polizia a bordo sono composti da 13 unità per ogni nave, personale reperito su base volontaria nel Servizio Immigrazione e nel Servizio Polizia Scientifica, missioni che hanno durata media di 15 giorni.
I compiti della Polizia di Stato sono decisamente a rischio – spiega il Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi - in quanto spetta a loro la procedura di identificazione dei migranti, (identificazione, foto-segnalamento e acquisizione delle impronte), e quindi il contatto più diretto con persone che potrebbero essere portatori di malattie trasmissibili come la tubercolosi, il virus Ebola e la Scabbia, eppure per questo personale non è stata prevista alcuna tutela sanitaria, non vengono informati sui pericoli, né gli sono proposte idonee vaccinazioni. Anzi la Direzione Centrale di Sanità si è affrettata a diramare una circolare in cui si minimizza il rischio sanitario.
Le rassicurazioni del Dipartimento della P.S. però, contrastano con il fatto che sul personale militare impegnato nella stessa operazione si effettui, a campione, il test cutaneo denominato “tbc-mantoux”, per individuare se il soggetto sia entrato in contatto con il bacillo tubercolare.
Preoccupazioni per la salute – conclude Innocenzi – alle quali si unisce la mortificazione professionale, infatti da ottobre, data dell’inizio dell’operazione, i poliziotti sono ancora in attesa del pagamento dello straordinario.