martedì 30 giugno 2015

Riunione Direzione Nazionale: delibera approvata all'unanimità.


DELIBERA DELLA DIREZIONE NAZIONALE CONSAP

In data 30 giugno 2015 presso l’Hotel Quirinale in Roma, si è riunita la Direzione Nazionale della Consap, constatata la validità della seduta, aperti i lavori
 ESPRIME
 apprezzamento per il corretto e puntuale sviluppo dell’attività programmatica espletata in linea con le direttive del Consiglio Nazionale
PLAUSO
 per il lavoro svolto dalla Segreteria Nazionale nei momenti di confronto e negoziali in tema di riordino delle carriere, salvaguardia del sistema pensionistico, definizione fondo produttività 2014 e valorizzazione delle indennità accessorie
 RITIENE

urgentissimo, a seguito della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il blocco dei contratti del pubblico impiego, riaprire le trattative contrattuali

indispensabile la risoluzione di tutta una serie di problematiche esistenti nella gestione interna della Polizia di Stato, con particolare riferimento all’amministrazione del personale, che ha prodotto un profondo malessere tra il personale e che va trasformandosi in sfiducia verso il sindacato ed insofferenza verso l’Amministrazione;
necessario l’avvio, in attesa della realizzazione del riordino delle carriere, di un processo di semplificazione delle procedure concorsuali con l’istituzione del ruolo speciale, l’accelerazione delle procedure del “concorsone” per vice sovrintendente con la garanzia di mantenere l’originaria sede di servizio per tutti i vincitori e l’immissione in ruolo di tutti gli idonei alla prova scritta del concorso per vice ispettore;
improcrastinabile, stante la perdurante inerzia del Dipartimento della Funzione Pubblica e dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, costituire un’associazione, dotata di personalità giuridica, per dar vita all’istituto della previdenza integrativa
 DELIBERA
 l’organizzazione di tutta una serie di azioni di lotta per dare voce e sostanza alla giusta protesta della categoria ed una manifestazione nazionale
 l’avvio di un confronto con l’UGL e la costituzione di uno specifico Coordinamento Nazionale
 l’apertura di confronto con organizzazioni e sigle sindacali presenti nella Polizia di Stato finalizzato al potenziamento della nostra federazione
 la designazione, come espressamente richiesto, di un delegato per l’interlocuzione con la Direzione Centrale per le Risorse Umane;
 l’apertura della fase pre-congressuale attraverso la definizione dei regolamenti da sottoporre al Consiglio Nazionale del 2016 e l’avvio dell’accantonamento fondi
 DELEGA
 il Segretario Generale Nazionale ad emanare e coordinare le direttive per i relativi adempimenti statutari e regolamentari.

APPROVATA ALL’UNANIMITA’

Rinnovo contratto di lavoro: la Consap diffida il Ministro Madia.

A seguito della nota sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico, la Consap si è attivata immediatamente per richiedere con urgenza al Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, on.le Marianna Madia, la convocazione delle organizzazioni sindacali e l'avvio della procedura di  rinnovo del contratto di lavoro, bloccato da sei anni. E poiché il blocco contrattuale è illegittimo dalla data di pubblicazione della sentenza, e non come sostenuto dal governo dal 2016, la Consap ha intimato al ministro, mediante atto formale di diffida, di procedere immediatamente all'apertura del procedimento negoziale del rinnovo contrattuale, senza ulteriori indugi, significando che ogni ulteriore ritardo comporterà una illegittima sottrazione di risorse economiche verso il personale di polizia avente diritto.

sabato 27 giugno 2015

Reato di tortura: il governo sta confezionando una polpetta avvelenata per chi combatte il crimine.

Reato di tortura: Innocenzi, con la complicità del ministro Alfano il governo sta confezionando una polpetta avvelenata per chi combatte il crimine.

La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia ha sempre osteggiato l'introduzione del reato di tortura concepito dal Governo per umiliare e legare le mani ai poliziotti.
Al di là delle dichiarazioni di facciata del Governo – spiega Giorgio Innocenzi Segretario Generale Nazionale della Consap – l’esecutivo, con la complicità del Ministro dell’interno Angelino Alfano, sta confezionando una polpetta avvelenata per chi combatte il crimine.  Siamo davanti all’ennesimo regalo ai criminali, dopo gli svuota carceri, in assoluta controtendenza con una società civile che si arma e si difende da sola.
Dopo i protocolli operativi che vogliono rimodulare finanche le modalità di esecuzione di un arresto arriva la “persecuzione psicologica”, prevista nel reato di tortura che pone a rischio denuncia agenti e militari. 
L’auspicio – conclude la Consap - è che la protesta possa indurre a rivedere l’impianto di una legge che così come è appare come un attacco verso chi con impegno sacrificio e rischio quotidiano difende la collettività.

CNES La Spezia, ritiro armamento dotazione speciale di reparto

Consap, a rischio complesso e costoso addestramento operatori subacquei.

La Consap è venuta a sapere che il Servizio Logistico intenderebbe procedere al ritiro delle pistole mitragliatrici hk mp5 assegnate ai sommozzatori del CNES di La Spezia a titolo di dotazione speciale di reparto. In considerazione del fatto che il personale specialista di quel centro svolge ordinariamente particolari servizi operativi che negli anni scorsi hanno legittimato l’assegnazione del citato armamento speciale di reparto, non si comprende la motivazione di tale intendimento la cui malaugurata ed eventuale attuazione priverebbe quel centro, e con esso l’intera amministrazione, di una completa capacità operativa di straordinaria efficacia, unica nel suo genere nell’ambito della Polizia di Stato  e come tale riconosciuta a livello internazionale . Infatti, una eventuale privazione di tale armamento, renderebbe vano, parte del complesso e costoso addestramento che nel corso degli anni ha contraddistinto l’alta professionalità degli operatori subacquei della Polizia di Stato che comprende anche l’uso di quell’arma. Non vorremmo che l’amministrazione per giustificare tale provvedimento, si rifugiasse ancora una volta dietro il paravento delle ricorrenti emergenzialità per riassegnarle ad altro ufficio. Tale prassi viene usata in modo ricorrente per coprire le fin troppe evidenti incapacità di una corretta gestione delle risorse materiali. Tale gestione dovrebbe scaturire invece, da una attenta e puntuale analisi dei fabbisogni e dalla conseguente razionale pianificazione degli approvvigionamenti.


giovedì 25 giugno 2015

Reato di tortura, la Consap solidarizza con i colleghi in protesta

Reato di tortura, la Consap solidarizza con i colleghi in protesta, la “persecuzione psicologica” è un regalo a chi delinque.


La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia esprime solidarietà a tutti i colleghi e le colleghe, scesi in piazza oggi contro il reato di tortura, voluto dal Governo per umiliare e legare le mani ai poliziotti.

“Al di là delle dichiarazioni di facciata del Governo – spiega Giorgio Innocenzi Segretario Generale Nazionale della Consap – l’esecutivo, con la complicità del Ministro dell’interno Angelino Alfano, sta confezionando una polpetta avvelenata per chi combatte il crimine.  Siamo davanti all'ennesimo regalo ai criminali, dopo gli svuota carceri, in assoluta controtendenza con una società civile che si arma e si difende da sola.

Dopo i protocolli operativi che vogliono rimodulare finanche le modalità di esecuzione di un arresto arriva la “persecuzione psicologica”, prevista nel reato di tortura che pone a rischio denuncia agenti e militari.

L’auspicio – conclude la Consap - è che la protesta possa indurre a rivedere l’impianto di una legge che così come è appare come un attacco verso chi con impegno sacrificio e rischio quotidiano difende la collettività.

Consulta: blocco dei contratti illegittimo, ma non per il passato.

Consulta: blocco dei contratti illegittimo, ma non per il passato. Innocenzi, decisione squisitamente politica. Aprire immediatamente i tavoli contrattuali.

Questa la decisione della Corte Costituzionale, chiamata a esaminare la legittimità delle norme che hanno imposto il blocco dei contratti e degli stipendi nella Pubblica Amministrazione.
La Corte Costituzionale - dichiara il Segretario Generale Consap Giorgio Innocenzi - ha assunto una decisione squisitamente politica. Riconosce l'illegittimità del blocco, ma non il diritto alla restituzione del maltolto. Il Governo apra subito il tavolo contrattuale.

martedì 23 giugno 2015

Sofri consulente per la riforma carceraria. Consap, scelta grave ed inaccettabile.

Consap, scelta grave ed inaccettabile.

E' Adriano Sofri, il leader di Lotta Continua condannato a 22 anni di carcere (ma da tempo in libertà) quale mandante dell'omicidio del Commissario di Polizia Luigi Calabresi avvenuto a Milano nel 1972, uno degli esperti chiamati dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando per riformare il sistema penitenziario italiano.
La notizia, diffusa dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe, ha dichiarato prontamente la Consap è di una gravità enorme ma soprattutto inaccettabile. Avvieremo subito una petizione al Capo dello Stato contro questa scelta grave e sconcertante che rende vano il supremo sacrificio compiuto da un servitore dello Stato.

lunedì 22 giugno 2015

Treni, misure antiaggressione, la Consap all’incontro al Viminale.

Treni, misure antiaggressione, la Consap all’incontro al Viminale chiede: rispetto per la professionalità dei colleghi e pianificazione delle azioni da porre in campo. Basta con le misure straordinarie!

Siamo pronti ad aiutare i cittadini ma non possiamo diventare il tappabuchi di tutte le deficienze di questo paese lo afferma la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia dopo aver partecipato ieri al Viminale alla riunione convocata per le “iniziative antiaggressione a bordo dei treni”.
L’incontro è stato pianificato su richiesta di Trenitalia, incalzato dai sindacati dei ferrovieri allarmati per le ripetute aggressioni di questi giorni ai verificatori di bordo.
Il nostro spirito di servizio ci ha portato a presenziare all’incontro, diversamente da altre sigle sindacali – dichiara Giorgio Innocenzi Segretario Generale Nazionale della Consap – ma non possiamo certo dimenticare che la società dei treni che oggi ci chiede aiuto e la nostra Amministrazione hanno sempre trattato letteralmente “a pesci in faccia” le colleghe ed i colleghi impegnati per la sicurezza sulle tratte ferroviarie e nelle stazioni. Come possiamo dimenticare le continue umiliazioni alla dignità professionale: l’unilaterale ritiro della tessera di libera circolazione, che da sola avrebbe garantito più presenza e più sicurezza, i continui ritardi del pagamento delle indennità Polfer o il mancato riconoscimento del trattamento di missione per le scorte a bordo dei treni. Per non parlare delle sedi di servizio nelle stazioni, allocate sempre più lontane dai punti nevralgici e in strutture pressocchè fatiscenti.
In merito all’incontro la Consap riscontrando la prevalenza dell’onda emotiva in danno della pianificazione ha chiesto un dettagliato resoconto delle criticità, dicendosi contraria ad ogni iniziativa di carattere straordinario che non sia giustificata da rischi concreti.
“La Consap quindi – conclude Giorgio Innocenzi - non vuole abbandonare i cittadini, ne consentire che sui treni valga la legge della jungla, ma crede fermamente che una società a scopo di lucro, che nel solo 2014 ha ottenuto oltre 5 milioni e mezzo di ricavi operativi, debba investire seriamente per la sicurezza di tutti i suoi clienti”.

Blocco degli stipendi pubblici: martedì si pronuncia la Corte Costituzionale.

 Innocenzi, valga per i poliziotti lo stesso principio di specificità che ha salvaguardato gli stipendi dei magistrati.

Martedì 23 giugno la Corte Costituzionale è chiamata a pronunciarsi sulla legittimità del blocco dei contratti pubblici, e quindi anche degli appartenenti alla Polizia di Stato.Tra arretrati, riallineamento e inserimento della spesa nel Def e nel bilancio pluriennale, l’Avvocatura dello Stato, che per conto della Presidenza del Consiglio difenderà la legge sub judice, stima in 35 miliardi il costo di un’eventuale pronuncia di illegittimità, come risulta dalla memoria difensiva. Nel dettaglio, la Corte dovrà esaminare la tenuta costituzionale delle norme che hanno congelato i contratti dei pubblici dipendenti dal 2011 al 2013 attraverso il decreto legge 78/2010, il cosiddetto “anticrisi”, e la successiva proroga del blocco per il 2014.
La Consap com'è noto avverso il blocco ha proposto un ricorso giurisdizionale collettivo al fine di far valere nei confronti dei poliziotti lo stesso principio di spcificità che garantì ai magistrati di evitare il blocco. Secondo il nostro ricorso, infatti, anche ai poliziotti deve essere applicato il principio che il blocco stipendiale espone "al rischio di interferenze". I dati Istat 2010-2015, che abbiamo allegato agli atti del nostro ricorso – dichiara Giorgio Innocenzi, Segretario Generale Nazionale della Consap – dimostrano che gli stipendi pubblici sono fermi da 5 anni. Per questo dalla pronuncia della Corte Costituzionale ci aspettiamo -prosegue Giorgio Innocenzi - il ricooscimento di due aspetti fondamentali: la difesa del diritto violato alla contrattazione collettiva, che è un diritto costituzionale al pari dell’equilibrio di bilancio ed il fatto che si faccia gravare l’onere dovuto alla crisi del debito sovrano su una sola categoria, con pregiudizio di un principio democratico.

Fermano un clandestino Questore punisce i poliziotti. La denuncia della Consap in grande evidenza su Il Giornale.


Due poliziotti a Campobasso, chiamati da un cittadino, fermano un immigrato andato in escandescenze per strada.
Ai controlli risulta pregiudicato e già colpito da decreto di espulsione. E il questore che fa? Comunica l'avvio di un'azione disciplinare contro i due agenti. Sono colpevoli di avere sforato l'orario di servizio e, di conseguenza, di avere allegato richiesta di 4 ore di straordinario per cui «non risulta esservi stata richiesta di autorizzazione». L'importo è di 26 euro ciascuno.
«Avrebbero dovuto lasciare l'immigrato perchè terminavano il turno? O avrebbero dovuto invitarlo a uscire fuori di testa quando l'indomani avrebbero ripreso servizio?», si interroga il sindacato di polizia Consap.
«Se non avessero compiuto il loro dovere, sarebbero stati colpevoli di omissione d'atti di ufficio - dice il segretario regionale Consap Molise, Peppino Pica -. È una vicenda incredibile. È mai possibile che in tempi come questi, in cui il fenomeno dell'immigrazione appare sempre più complesso e di difficile gestione, due poliziotti, dopo aver passato sei ore in strada, obbligati improvvisamente a rimanere a lavorare ininterrottamente fino al pomeriggio avanzato, siano stati puniti per avere fatto il loro dovere? Ma quale autorizzazione ci sarebbe voluta per compiere il proprio dovere? Quanto avvenuto è triste, ma è anche sintomatico di come la polizia in Italia sia ridotta a una condizione tale da non potere più gestire la sicurezza, il quotidiano, l'ordinario. Figuriamoci se si dovesse presentare qualcosa di straordinario».
Di positivo in questa storia c'è che i poliziotti hanno espletato il loro compito. E visto che l'immigrato era stato colpito nel 2014 da decreto di espulsione dall'Italia, a cui evidentemente non aveva ottemperato, è scattata la denuncia e, come da prassi, è stato invitato a presentarsi l'indomani all'Ufficio stranieri per le pratiche di espulsione. Tutto da manuale, insomma, fuorchè l'epilogo per i poliziotti, che si porteranno dietro il richiamo scritto per tutta la loro carriera.

giovedì 18 giugno 2015

Iniziative antiaggressione a bordo treno. Incontro.


Giovedì 18 giugno, alle ore 16,00, presso la sala Planisfero dell'Ufficio Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia, via Cimarra 200, si terrà una riunione, presieduta dal Direttore Centrale delle Specialità riguardante le iniziative che l'Amministrazione della Pubblica Sicurezza intende adottare per fronteggiare le aggressioni a bordo treno.

mercoledì 17 giugno 2015

Riordino:Sindacati autonomi di Polizia accolgono con favore la sentenza TAR Lazio su istituzione del ruolo speciale.

Riordino: Sindacati autonomi di Polizia accolgono con favore la sentenza TAR Lazio su istituzione del ruolo speciale. il Ministro Alfano censuri l’inadempiente Capo della Polizia.

I Sindacati autonomi ed indipendentidella Polizia di Stato (Sap - Coisp - Consap), rappresentativi di circa 40.000 poliziotti, accolgono con favore la recente sentenza del TAR Lazio che obbliga l’Amministrazione dell’Interno ad individuare, entro 90 giorni e con decreto del Capo della Polizia, gli uffici nell'ambito dei quali le funzioni direttive e/o di vice-dirigente o dirigente degli uffici o delle unità  organiche in cui, oltre al funzionario preposto, non vi sono altri funzionari del ruolo dei commissari quantunque previsti in organico, possono essere affidate al personale appartenente al ruolo degli Ispettori, ai sensi dell’art. 31-quater, comma 6, del dPR 335/1982.
Si tratta di uno step che va nella direzione del riconoscimento formale della qualità di dirigente anche in capo agli appartenenti al ruolo degli ispettori della Polizia di Stato, la cui naturale evoluzione non può che essere l’istituzione del Ruolo Direttivo Speciale.
La vicenda era già stata al centro di un durissimo confronto fra i sindacati autonomi ed indipendentidi polizia (Sap - Coisp- Consap) e l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, la quale ha sempre procrastinato l’istituzione del ruolo speciale giustificandola con l’imminente riordino delle carriere e facendosi forte della sponda dei sindacati di area confederale (Cgil Cisl - Uil) da sempre contrari alla valorizzazione professionale del personale appartenente al ruolo degli ispettori.
Ora il Ministro dell’Interno – concludono le Segreterie nazionali di Sap, Coisp e Consap – faccia sentire la sua voce nei confronti dell’inadempiente Capo della Polizia affinché provveda all’emanazione del decreto in parola e ponga termine alla mortificazione degli ispettori.

martedì 16 giugno 2015

RPC Piemonte : ostruzionismo sindacale

SIULP - SAP - SIAP - SILP CIGL - UGL - COISP - UIL ANIP - CONSAP

AL MINISTERO DELL'INTERNO - UFFICIO RELAZIONI SINDACALI
= R O M A =e p.c.
AL MINISTERO DELL'INTERNO - DIPARTIMENTO DELLA P.S.
SERVIZIO CONTROLLO DEL TERRITORIO
=R O M A=
AL DIRIGENTE R.P.C. PIEMONTE
=TORINO=
Ostruzionismo sindacale del Dirigente R.P.C. Piemonte.
Come più volte richiamato dalle circolari Sig. Capo della Polizia, il buon andamento dell'Amministrazione passa altresì attraverso le relazioni costruttive e collaborative che devono intercorrere tra le OO.SS. e i Dirigenti di Polizia responsabili degli Uffici.
Presso il Reparto Prevenzione Crimine del Piemonte, queste OO.SS. denunciano formalmente che il Dirigente dall'atto del suo insediamento, ha prediletto la strada dello scontro sindacale, perseguendo atteggiamenti che non si attagliano minimamente al postulato del Capo della Polizia.
Al riguardo ciò che contraddistingue ulteriormente la pessima metodologia nelle relazioni sindacali da parte del predetto Dirigente, è stata la ricorrente decisione di inviare un informazione preventiva alle OO.SS. il venerdì 12 giugno, con la quale stabiliva di dar corso dal lunedì 15 giugno, ad una nuova tipologia di servizio, unitamente alla proposta di progetto trimestrale dello straordinario programmato.
Una scelta a dir poco bizzarra se non si volesse pensare alla sua forma ostruzionistica, tendente comunque a mettere i sindacati in condizioni organizzative difficili se non pressoché impossibili visto il ristretto spazio temporale tra l'invio dell'informazione preventiva e l'adozione del progetto per lo straordinario programmato unitamente alla predisposizione di un nuovo servizio; per cui la richiesta di esame congiunto non avrebbe potuto che essere inoltrata , e di fatto lo è stata , il sabato 13 giugno.
La successiva volontà dirigenziale di stabilire la riunione dell'esame congiunto per le 14,30 del lunedì 15 giugno conferma, se mai fosse stato necessario, l'ulteriore atteggiamento ostruzionistico del Dirigente il quale, non contento, nonostante le richieste da parte delle OO.SS. di rivedere il giorno o l'orario, la stessa decideva con comunicazione che perveniva alle OO.SS. la domenica mattina 14 giugno, di anticipare la riunione del lunedì alle ore 13,00. Scelta chiaramente assurda e decisamente priva di discernimento, considerato che i sindacati, per far partecipare le proprie delegazioni, (peraltro nemmeno richieste nominativamente dal Dirigente) avrebbero dovuto comunque informare i propri Uffici da cui dipendono, operazione di fatto impossibile attesa la chiusura delle segreterie nella giornata di domenica.
Ciò che emerge in tutta evidenza è la palese caparbietà del Dirigente che non può non far sorgere spontanee due considerazioni: in primis l'assoluto disinteresse verso il legittimo ruolo istituzionale dei sindacati e delle loro delegazioni, mettendo in evidente difficoltà gli stessi uffici di appartenenza dei sindacalisti (non essendo stati posti nelle condizioni di essere informati preventivamente della riunione) sebbene i sindacati si siano adoperati chiedendo di effettuare la riunione in tempi e orari consoni, come
uniformemente consolidati in tutti gli Uffici di Polizia; in secundis fa ritenere, che il dirigente del RPC non abbia alcun interesse a intrattenere relazioni costruttive e collaborative con i sindacati di polizia ma, al contrario, la scelta del venerdì, giorno in cui veniva inviata l'informazione preventiva (solo il sabato e la domenica intercorrevano tra l'invio dell'informazione preventiva e l'adozione delle proposte dirigenziali ) l'invio della successiva comunicazione, a seguito della richiesta di esame congiunto, che perverrà alle OOSS la domenica mattina, nonché l'irragionevole scelta degli orari per la riunione dell'esame, rafforza l'idea che il Dirigente del RPC consideri la riunione per l'esame congiunto, una scelta organizzativamente univoca, tutta di sua esclusiva disponibilità alla quale le OO.SS., qualunque sia il giorno e l'orario di riunione da lei ritenuti opportuni, devono semplicemente adeguarsi.
E' vero che entro 48 ore il Dirigente deve indire la convocazione dei sindacati. Ed è vero che l'ANQ nulla dice in merito ai giorni ed alle ore di convocazione. Tuttavia, come l'ANQ non dice nulla circa l'obbligo di non tenere riunioni il giorno della domenica, (che nessuno si sognerebbe mai di organizzare) analogamente il buon senso e soprattutto l'interesse alla collaborazione, dovrebbe far comprendere in modo elementare che inviare un informazione preventiva alle OOSS il venerdì, per dar luogo a progetti di straordinario programmato o nuove tipologie di servizi il lunedì, è fuori da ogni ragionevole criterio diretto a ricercare la collaborazione.
I limiti comportamentali e forse "culturali" del Dirigente relativamente alle materie attinenti alle relazioni sindacali sono giganteschi e sembrano insormontabili. Al riguardo è ormai del tutto evidente la sua sofferenza a dialogare con le OOSS da cui si denota una carenza professionale formativa concernente l'interazione tra Dirigenza e sindacati. Tale atteggiamento si è evidenziato nel corso delle riunioni passate ed in ultimo in quella odierna.
Queste OOSS, sulla base di quanto sta verificandosi presso il RPC, ritengono che il buon andamento dell'Amministrazione come richiesto con lungimiranza dal Sig. Capo della Polizia, sia fortemente compromesso.
Infine, ma non per importanza, le OOSS contestano fortemente il ritardo nella presentazione dei progetti previsti per lo straordinario programmato, fuori dai tempi stabiliti dall'art. 25 c. 2 lex 164 e art, 16
ANQ che sanciscono come i progetti debbano essere proposti con congruo anticipo alle OOSS, almeno 15 giorni prima dell'inizio del trimestre preso in considerazione. In tale contesto la presentazione della proposta avrebbe dovuto essere presentata entro il 15 di maggio e, per questi sindacati, non sussistono ragioni che giustifichino detto grave ritardo, se non la persistente indifferenza alla normativa che regolamenta le relazioni sindacali da parte del Dirigente.
Alla luce di quanto rappresentato queste OOSS chiedono un autorevole e provvido intervento, in grado di riportare serenità nell'ambiente di lavoro ed il giusto rispetto verso i sindacati ed i diritti dei poliziotti.
In attesa di sollecito riscontro si inviano cordiali saluti.
Torino, 16 giugno 2015

Prefetto Pansa stia sereno.

Prefetto Pansa stia sereno. Lettera aperta Sap, Coisp e Consap al capo della Polizia.

Signor Capo della Polizia,

è con un certo rammarico che ci vediamo costretti a inviarLe la presente dopo aver preso atto che, a fronte  di proclami di massima disponibilità e di positiva considerazione, risulta particolarmente difficoltoso dare concretezza ad una relazione interna improntata alla valorizzazione ed al rispetto.

Infatti, i diversi tentativi di avere un incontro con Lei sembrano avere come risposta una inestricabile matriosca amministrativa, sicché ci rinunciamo ….anzi, ma chissenefrega di incontrarLa, quel che abbiamo da dirLe glielo scriviamo e se del caso glielo spiegheremo pubblicamente.

La nostra richiesta era finalizzata ad informarLa del profondo malessere che si sta propagando tra il personale della Polizia di Stato e che va trasformandosi in sfiducia ed insofferenza verso l’Amministrazione e chi dovrebbe guidarla.

Volevamo farLe questa segnalazione de visu principalmente perché ritenevamo fosse nostro dovere, come doveva essere Suo quello di accoglierci ed ascoltarci, ma anche per prevenire, prima di organizzare, la giusta protesta della categoria.

Vi sono, infatti, accanto ad una serie di problematiche squisitamente demandate alle soluzioni politiche, alcune sclerosi nella gestione interna della Polizia di Stato, con particolare riferimento all’amministrazione del personale, che ne pregiudicano la funzionalità.

Siamo dell’avviso che sia necessario rivedere, modificare, aggiornare, razionalizzare le gestione del personale.

Ce ne da spunto l’ultimo Consiglio di Amministrazione dove diversi riconoscimenti di avanzamento hanno ingenerato profondo malcontento su tutto il territorio nazionale, soprattutto nei moltissimi funzionari di “trincea” che si sono visti scavalcare da pseudo-sindacalisti e burocrati ministeriali.

Esistono seri problemi nelle assegnazioni del personale, nei trasferimenti effettuati in violazione dell’art.55 del DPR 335/82, nella eccessiva “discrezionalità” utilizzata nella concessione delle assegnazioni temporanee per gravi motivi personali e familiari, nel riconoscimento della tutela legale al personale avente diritto. Per non parlare poi della pessima gestione delle procedure concorsuali per le quali le scriventi Organizzazioni rivendicano l’attuazione immediata di quanto previsto dal riordino del 2000 con l'istituzione del Ruolo Speciale; l’accelerazione delle procedure del “concorsone”per Vice Sovrintendente con la garanzia di mantenere l’originaria sede di servizio per tutti i vincitori; l’immissione in ruolo di tutti gli idonei alla prova scritta del concorso per Vice Ispettore.

In ultimo Le volevamo segnalare frequenti violazioni degli accordi decentrati, le sviste nell'applicazione delle norme che tutelano l’attività sindacale, la messa in discussione delle intese raggiunte.

Le dovevamo questa segnalazione per lealtà e per consentirLe di individuare gli strumenti per rimediare, per trovare una soluzione ai problemi ma anche come monito per preannunciarLe le azioni di lotta che andremo ad intraprendere per ottenere i risultati auspicati da tutta la categoria.

Il Suo disinteresse è la riprova di come Lei è parte attiva del sistema che sta creando tutte le situazioni che noi contestiamo.

Cordiali saluti, grazie per tutto quello che NON fa … e #stiasereno.

 

Il Segretario Generale del SAP

Gianni Tonelli

   Il Segretario Generale del COISP

                Franco Maccari

 

       Il Segretario Generale della CONSAP

Giorgio Innocenzi



sabato 13 giugno 2015

Mancato accredito fondo efficienza servizi istituzionali per Madonna di Campagna

Comunicato Congiunto: 


SIULP - SAP - SILP CIGL - UGL - COISP - CONSAP
AL MINISTERO DELL'INTERNO - UFFICIO RELAZIONI SINDACALI
= R O M A =
AL SIGNOR PREFETTO DI
= T O R I N O =
AL SIGNOR QUESTORE DI
= T O R I N O =
GRAVISSIMO ERRORE DELL'UFFICIO AMM.VO CONTABILE DELLA QUESTURA: I COLLEGHI DEL COMM.TO MADONNA DI CAMPAGNA NON AVRANNO ACCREDITATO A GIUGNO IL FONDO UNICO PER L'EFFICIENZA DEI SERVIZI ISTITUZIONALI.
Una volta, una sola volta all'anno, i poliziotti possono beneficiare di qualche soldo in più grazie al Fondo unico per l'efficienza dei servizi, rappresentativo dell'impegno annuale di tutti i colleghi e tuttavia, qualcuno o qualcosa, ha impedito di percepire il meritato compenso ai colleghi che prestano servizio al Comm.to Madonna di Campagna. Che ci sia stato un intoppo è fuor di dubbio: la macchina organizzativa dell'Ufficio Amministravo Contabile della Questura di Torino non ha funzionato. Un problema quello del funzionamento dell'Ufficio Amministrativo Contabile della Questura di Torino non inaspettato, attese le diverse rimostranze espresse nel tempo dai diversi sindacati a causa di inaccettabili ritardi nei pagamenti delle missioni con le pratiche ferme e non inviate per la liquidazione, a causa di qualche cavillo burocratico.
Ma ciò che diventa ancor più grave e che, grazie all'insopportabile burocrazia di questo Paese, nonostante i proclami dei tanti governi sul tema della sburocratizzazione, questi colleghi potrebbero vedere questi soldi non prima di qualche mese. Chi li ripagherà di questo grave disagio? Chi si adopererà perché possano avere al più presto il loro dovuto economico? In verità siamo sicuri che nessuno, nelle maglie della burocrazia, interverrà per questi operatori.
Forse per qualcuno il mancato pagamento della cosiddetta "Produttività" altro non è che un semplice ritardo. Ma per i poliziotti del Comm.to Madonna di Campagna che vivono come tanti, solo del loro stipendio (non certo esoso) questo dannato ritardo incide ed inciderà pesantemente sulla libertà di poter decidere se e dove andare in ferie con la loro famiglia, e come poter far fronte a tutti le eventuali spese anche a seguito dei già obbligatori pagamenti (IMU, TASI, TARI ecc.ecc.).
Purtroppo parliamo di un importo di circa 800 euro che per chi, come diversi nostri colleghi, fatica ad arrivare alla fine del mese (i poliziotti lo ribadiamo non solo non sono una casta, ma tanto meno sono privilegiati) sono moltissimi.
Non è solo rabbia quella che esprimono questi sindacati, ma lucida determinazione a chiedere al Dipartimento della P.S. che, per una volta, d'avanti alla cinica burocrazia venga messa la vita economica dei poliziotti.
Per una volta il burocrate si distingua dalla triste realtà, spesso richiamata da una famosa massima sociologica: "Persone inadatte, in quanto adatte ad un adattamento inadatto". Usciamo da questo incubo non a chiacchiere, ma con i fatti.
Restando in attesa di un cortese ed urgente riscontro alla presente, valutando altresì la possibilità di adire a vie legali per la tutela del personale danneggiato, si porgono distinti saluti.
Torino, 12 giugno 2015

La fortuna di non essere la Corea del Nord - Lettera Sap, Coisp e Consap al capo della Polizia.

Corea del Nord, giustiziato il capo delle forze armate – Secondo fonti di intelligence di Seul, Hyon Yong-chol è stato ucciso da un plotone d’esecuzione con armi antiaereo. Punito con la morte per essersi addormentato durante una parata militare e non aver eseguito gli ordini del dittatore Kim Jong-un.

La Corea del Nord ha giustiziato il responsabile della Difesa Hyon Yong-chol, alla guida delle forze armate popolari: lo riferisce l’agenzia Yonhap, citando le informazioni date dal National intelligence service (Nis). Secondo l’agenzia di servizi segreti, Hyon è stato ucciso intorno al 30 aprile da un plotone d’esecuzione munito di armi antiaereo, in quello che è considerato l’ultimo episodio delle purghe efferate volute dal leader Kim Jong-un. Secondo quanto detto da un funzionario di vertice dell’agenzia di intelligence sudcoreana in un briefing con i giornalisti presso il quartier generale a Seul, Hyon sarebbe stato punito con la morte per aver sonnecchiato durante una parata militare e non eseguito a perfezione le istruzioni di Kim Jong-un. L’accusa mossagli è stata di “slealtà e mancanza di rispetto” verso il leader supremo. (….)

13 maggio 2015

Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2015/05/13/news/corea_del_nord_giustiziato_il_capo_delle_forze_armate-114228823/?ref=HREC1-23

Preg.mo Signor Capo della Polizia,

seppur non vi è ancora conferma sulla veridicità della notizia sopra riportata, riteniamo che Lei possa condividere la nostra convinzione che è proprio una fortuna che il Paese in cui viviamo non si chiami Corea del Nord.

Ma ci pensa? Fucilati con armi antiaereo, polverizzati per “slealtà e mancanza di rispetto verso il leader supremo”.

Già, siamo proprio grati a Dio di non essere nati e di non vivere nella Corea del Nord ed ancor più grato al nostro Padreterno lo è senz’altro il nostro collega Fabio Tortosa e con lui diversi altri poliziotti che oggi si ritrovano accusati di “slealtà e mancanza di rispetto verso (un qualche) leader supremo” …. per avere, il primo, pubblicato un post su Facebook, e, gli altri, aver messo un like su tale post.

Non siamo in Corea del Nord …. ma questa Italia è proprio come la vorremmo, è come se la immaginavano i tanti che sono morti per dargli origine e poi per difenderla? Oppure anche qui abbiamo il nostro leader supremo (e magari più d’uno … perché a noi italiani piace abbondare su tutto) cui non si può dire di no quando questo grida alla mancanza di lealtà e di rispetto da parte di qualcuno tra quelli che non hanno santi in paradiso? E la nostra Polizia di Stato come è messa? Perché, se è vero che non si prepareranno i cannoni antiaereo per l’assistente capo Tortosa e per quei colleghi che hanno condiviso, o semplicemente letto, il suo post su Facebook, è anche vero che quanto è stato fatto nei loro riguardi non sa certo di democraticità … non ne ha nemmeno l’odore.

I due pesi e le due misure del garantismo in polizia.

Vittime sacrificali. La sospensione dal servizio di Fabio Tortosa, assistente capo della polizia di Stato, per un post su Facebook, e la rimozione dall’incarico di dirigente del reparto Mobile di Cagliari Antonio Adornato, per aver cliccato «mi piace» su quel post, induce a porsi l’ovvia domanda: perché con Tortosa e Adornato il garantismo è stato riposto nel cassetto? va bene usare il sistema-Renzi, garantisti con gli amici e giustizialisti coi nemici, ma occorre darsi delle regole. Perché se è sacrosanto tutelare gli indagati, è ancor più ovvio tutelare chi indagato non è e nemmeno «condannato» dal Consiglio di disciplina. Già, perché senza quella «stella polare», a pagare potrebbe essere chiunque. Primo fra tutti proprio il capo della Polizia, Alessandro Pansa, indagato in un’inchiesta sullo smaltimento del percolato in qualità di Commissario all’emergenza rifiuti in Campania, ruolo ricoperto anni fa. Secondo esempio. Nessun tipo di punizione, com’è corretto che sia, venne applicato ai molti alti vertici processati per le violenze alla scuola Diaz e infine condannati. E nessun provvedimento punitivo per quel dirigente di una scuola che ai suoi 160 ragazzi ha sottoposto la visione di «Diaz», un film su quanto avvenuto in quei giorni a Genova, giudicato da più parti troppo schierato contro la polizia. Di poliziotti «punibili» sacrificando il garantismo, ce ne sarebbero molti. C’è il direttore di un centro indagato per molestie sessuali. Nei suoi confronti il dipartimento di Pubblica sicurezza, che su Tortosa ha immediatamente aperto un’inchiesta interna, non ha mai preso provvedimenti degni di nota. Così vuole il garantismo. Poi c’è il dirigente di un reparto e un ispettore accusati, nel 2007, di aver omesso di denunciare un reato commesso da un boss. Le accuse erano gravissime, per fortuna ora sono stati assolti. Ma anche allora il Dipartimento non fece nulla. In questi anni nessun sanzione è stata loro comminata. Scelta sacrosanta, ma allora perché pagare per un banale post e un like su Facebook?

Luca Rocca – 18/04/2015

Fonte: http://www.iltempo.it/cronache/2015/04/18/i-due-pesi-e-le-due-misure-del-garantismo-in-polizia-1.1405622

Preg.mo Signor Capo della Polizia, ma ci pensa? Se eravamo la Corea del Nord, Fabio Tortosa con ogni probabilità non si sarebbe ritrovato ad essere sospeso dal servizio per mano Sua, visto che, differentemente da quanto accade in Italia dove il “conto” si presenta solo ad alcuni, Lei purtroppo, Prefetto Pansa, sarebbe stato quasi sicuramente uno dei tanti Hyon Yong-chol. Hai voglia a dire che non aveva fatto nulla di sbagliato e non aveva commesso alcun reato né mai pensato di farlo … sarebbe stato tutto fiato sprecato!

Ciò in virtù di una sorta di democrazia del tutto singolare vigente in quel Paese, che vuole che il leader coreano Kim Jong-un debba “strafregarsene” se a sbagliare (è sufficiente anche la mera ipotesi che sia stata commesso un errore…) sia stato un perfetto sconosciuto oppure suo zio, la fidanzata, il migliore amico, un ministro oppure un barbone…… chiunque sbaglia diventa buono per testare qualche armamento speciale.

La nostra democrazia, invece, fa giuste distinzioni di cui tutti dovremo essere sempre più fieri: non conti nulla? Allora devi essere polverizzato …. sei qualcuno? allora il tuo errore è e deve essere compreso.

Gent.mo Capo della Polizia, in un Paese come l’Italia dove la valenza e la vita stessa delle persone è dettata dallo stipendio che percepiscono, dalle conoscenze importanti e dai rapporti di parentela, Fabio Tortosa è un uomo che conta evidentemente poco (abbiamo fondato motivo di ritenere che percepisca un misero stipendio di circa 1.500 euro al mese e che non possa vantarsi di avere conoscenze politiche o parenti importanti …. come grandissima parte dei poliziotti, del resto) ed eccolo quindi sospeso dal servizio, con provvedimento a Sua firma, per aver pubblicato, forse con superficialità e scarsa avvedutezza, un discutibile post su Facebook il 9 aprile scorso, due giorni dopo la sentenza della Corte Europea che ha stabilito che alla scuola Diaz vennero fatte azioni di tortura sui manifestanti, ove affermava che “Io sono uno degli 80 del VII Nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte” ….

Si dirà che tale post era teso a rivendicare la correttezza dell’operato, all’interno della scuola Diaz e durante il G8 di Genova, del reparto ove operava Tortosa e che aveva come finalità di puntualizzare che la Polizia di Stato non è un covo di torturatori come alcuni la vogliono dare a bere da sempre. Ad ogni modo quell’affermazione ha provocato i pruriti del ben noto partito dell’anti-polizia che numericamente conta infiniti sostenitori all’interno del circuito mediatico, della pseudo cultura italiana e delle Istituzioni, ma i cui componenti continuano a disconoscere quella è che la “vera verità”…….

Quella verità che ci saremmo aspettati sentir dire da Lei, Signor Capo della Polizia, o dal nostro Ministro Alfano (fosse anche solo per accattivarsi i voti dei poliziotti in vista dei prossimi impegni elettorali), ma che invece abbiamo trovato nelle parole del presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone – cui ancora una volta va la nostra più grande stima e riconoscenza – il quale (fonte: www.ilsecoloxix.it)ha detto di essere «rimasto indignato dopo la sentenza della corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo: i fatti della Diaz sono vergognosi, ma le indagini su quei fatti hanno consentito di individuare le responsabilità, anche dei vertici, senza bisogno del reato di tortura» e che «la polizia italiana è democratica da molto più tempo di quanto le sentenze della Corte Europea facciano pensare che sia».

Tutto ciò premesso, Egregio Capo della Polizia, La preghiamo di iniziare a condividere, con i fatti, ciò che non tanto noi quanto tutti i poliziotti e la stragrande maggioranza degli italiani affermano e vale a dire che è il momento di finirla con l’ipocrisia, con le lotte politiche e le fiere mediatiche consumate sulla pelle dei poliziotti.

La sospensione immediata dal servizio di Fabio Tortosa per un post su Facebook, la rimozione dall’incarico di dirigente del Reparto Mobile di Cagliari di quel funzionario che assieme ad altre decine di poliziotti ha inteso con un “mi piace” salutare l’autore del post, la richiesta di spiegazioni scritte a quegli altri che avevano cliccato sul tasto like …. sa ben poco di democrazia!

I poliziotti, Gent.mo Prefetto Pansa, continuano a chiedere di avere un Capo della Polizia che si preoccupa dei propri uomini ancor più di quanto ha a cuore l’incarico che potrà ottenere dopo quello di Direttore Generale della pubblica Sicurezza.

I poliziotti, Gent.mo Prefetto Pansa, continuano a chiedere di avere un Capo della Polizia che abbia il coraggio di difendere i propri uomini dai continui tam tam mediatici che li vorrebbero crocifissi sulla pubblica piazza.

Lei potrebbe ancora essere quel Capo. Non è impossibile trovare il coraggio di revocare gli assurdi provvedimenti emessi nei confronti dei citati poliziotti, né è impossibile garantire loro un procedimento disciplinare che non abbia il finale già scritto…. Anche perché quel finale, che tanto piace ai soliti vergognosi detrattori della Polizia, sarebbe quanto di più indecente possa compiersi.



Cordiali saluti.

Il Segretario Generale SAP
Gianni Tonelli
Il Segretario Generale COISP
Franco Maccari
              Il Segretario Generale CONSAP
Giorgio Innocenzi