giovedì 30 aprile 2015

MATTANZA c/o IL REPARTO PREVENZIONE CRIMINE DI TORINO

DURA PRESA DI POSIZIONE DELLA CONSAP E DELLE OO.SS.: SIULP, SAP E SILP CGIL, PER L'ACCANIMENTO DA PARTE DELLA DIRIGENZA NEI CONFRONTI DEL PERSONALE INFLIGGENDO BEN 13 CONTESTAZIONI DISCIPLINARI  . . . 
il documento congiunto delle OO.SS. ... 




Assolti i sindacalisti della Consap accusati ingiustamente di calunnia.

Assolti i sindacalisti della Consap Pantaleoni e Marchi accusati ingiustamente di calunnia.

Caduta nel vuoto l’accusa di calunnia contro il segretario nazionale Pantaleoni Gianluca e il segretario generale provinciale di Lucca Indro Marchi.
I due poliziotti entrambi in servizio alla Polizia Stradale di Lucca erano stati denunciati dal dott. Leopoldo Laricchia all’epoca dirigente del Commissariato di Viareggio ed oggi Questore Vicario di Firenze, in quanto avevano presentato (affidandosi ad un legale di Lucca e previa valutazione di un esperto) un esposto in procura per ipotizzare violazioni di normative in materia di sicurezza presso i locali del Commissariato.
Le accuse mosse verso i poliziotti erano ben circostanziate e tali mettere in dubbio l’elemento soggettivo dei poliziotti.
Il Gip di Lucca all’esito di rito abbreviato (anche il pm di udienza chiedeva assoluzione) dott.ssa Mugnaini ha assolto entrambi gli imputati Gianluca Pantaleoni e Indro Marchi perché il fatto non costituisce reato.
I poliziotti difesi dall’avvocato Cristiano Baroni
 

Regolamento in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. incontro del 28 aprile c.a.

Regolamento in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Nella mattinata del 28 aprile u.s., si è tenuta un’ulteriore riunione del Tavolo tecnico di lavoro sullo schema di regolamento ai sensi dell’art. 3, co. 2 del d.lgs. n. 81/2008. Nel corso dell’incontro è stata completata la disamina della bozza di regolamento con riferimento alle osservazioni formulate dalle organizzazioni sindacali e precedentemente trasmesse all’Amministrazione. Al di là della formale rappresentazione della volontà di operare alcune modifiche è apparsa chiara e manifesta la volontà dell’Amministrazione di confermare una impostazione sostanzialmente insoddisfacente. Invero, nonostante lo spirito costruttivo e la qualità dei contributi e spunti di riflessione fornite dalle OO.SS. la possibilità di pervenire a significativi miglioramenti del testo proposto, appare frustrata dal nodo problematico rappresentato dall’art. 2 dello schema di decreto, con cui si disciplina l’individuazione del datore di lavoro.  Al riguardo, già nella precedente riunione tutte le OO.SS. presenti avevano sottolineato la necessità di definire ed individuare la figura del datore di lavoro in stretta adesione al disposto dell’art. 2, co. 1, lett b) del d.lgs. n. 81/2008, in modo da garantire ai lavoratori effettiva tutela, attraverso il riferimento ad un contesto che prevedesse una precisa imputazione delle responsabilità ed il concreto potere di intervenire a tutela e salvaguardia della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro.  Su questo aspetto strategico, tuttavia, non si è registrato alcuna sostanziale apertura da parte dell’Amministrazione. Ciononostante, le OO.SS. hanno rappresentato tutte le ulteriori criticità presenti nel documento all’esame con riferimento alle previsioni relative al servizio di prevenzione e protezione, all’attività ed agli organismi di vigilanza, significando che l’esigenza, manifestata dall’Amministrazione, di addivenire alla rapida approvazione dell’atteso regolamento attuativo deve coniugarsi con quella di predisporre un testo adeguato e conforme alle previsioni normative contenute nel d.lgs. n. 81/2008 ed ai principi che lo hanno ispirato. In questo senso è pregiudiziale anche l’individuazione dei luoghi di lavoro, in funzione della nostra specificità e della molteplicità di strumenti e mezzi utilizzati. Diversamente, si profilerebbe il rischio di un contenzioso, a livello territoriale, con conseguenze imprevedibili. Detta prospettiva può essere scongiurata solo attraverso un regolamento che valorizzi le responsabilità stabilite dalla legge, evitando formulazioni che lungi dal contribuire alla chiara individuazione delle funzioni previste per legge comporta la ingiustificata esposizione di soggetti privi di quelle prerogative che la legge individua a garanzia dell’interesse protetto che  è quello della tutela della sicurezza del lavoratore. Pertanto, attese le resistenze rilevate in sede di confronto tecnico, si attende il richiesto incontro a livello politico per verificare gli spazi realmente esistenti per una rimodulazione del testo del provvedimento. L’eventuale persistenza di un atteggiamento intransigente da parte dell’Amministrazione costringerebbe le scriventi OO.SS. ad intraprendere ogni utile iniziativa di protesta e autotutela,  costituendo espressione della chiara volontà di non voler predisporre un sistema concretamente finalizzato alla tutela della salute e sicurezza sui luogo di lavoro.

Servizio Reparti Speciali: anomala distribuzione delle ore di lavoro straordinario. Consap, richiesta accesso direttiva Montana.

Servizio Reparti Speciali: anomala distribuzione delle ore di lavoro straordinario. Consap, richiesta accesso direttiva Montana.

La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia (CONSAP), in persona del rappresentante Segretario Nazionale, Gianluca PANTALEONI 
PREMESSO CHE 
1risulta che non tutti gli Uffici del Dipartimento di Pubblica Sicurezza sono regolamentati da contrattazione decentrata le ore di straordinario “obbligatorio e/o programmato” ammontano complessivamente a 788.
3.    
TTali sono distribuite in 200 I divisione, 288 III Divisione restanti 300 alla Segreteria del Dott. Claudio MONTANA
4.      Per quanto segnalato il Dott. Claudio MONTANA autorizza un utilizzo improprio e non equo delle ore assegnate dove solo 6 dipendenti beneficiano ciascuno di oltre 50 ore.
5.      sono pervenute a questa O.S. numerose segnalazioni circa l’opinabile distribuzione,  dei vari istituti disciplinati dall’A.N.Q. siglato il 31 luglio 2009 ed entrato in vigore il 30 settembre 2009.
CONSIDERATO CHE
Si tratta di un interesse concreto diretto ed attuale di questa O.S. CONSAP. ad intervenire e valutare la lesione della situazione giuridicamente tutelata degli iscritti e dell’associazione sindacale, il tutto come dettato dai recenti ed uniformi indirizzi giurisprudenziali che enunciano: le strutture sindacali, quali soggetti rappresentativi di interessi collettivi, possono accedere agli atti amministrativi in quanto sussiste il diritto dell’organizzazione sindacale ad esercitare il diritto di accesso per la cognizione di documenti che possano coinvolgere sia le prerogative del sindacato quale istituzione esponenziale di una determinata categoria di lavoratori, sia le posizioni di lavoro di singoli iscritti nel cui interesse e rappresentanza opera l'associazione. Rileva, infatti, un duplice profilo di legittimazione che consente di azionare il diritto di accesso da parte delle organizzazioni sindacali sia iure proprio, sia a tutela di interessi giuridicamente rilevati della categoria rappresentata. Inoltre, le univoche decisioni giurisprudenziali che si registrano sulle situazioni legittimanti l’accesso, vengono identificate, oltre che nei diritti soggettivi e negli interessi legittimi, anche negli interessi pubblici o diffusi (tra le altre, C.d.S., sez. IV, 29-4-2002, n.2283; C.d.S., sez. V, 14-2-2003, n.816). Tale quadro tutelante si è andato vieppiù arricchendosi in virtù dell’ampliarsi delle esigenze teleologiche della norma che trova la sua scaturigine non solo nell’esigenza di garantire la trasparenza e l’imparzialità dell’azione amministrativa, ma attinge alle alte finalità del pubblico interesse di favorire la partecipazione all’attività dei pubblici poteri; il tutto attenendo ai livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali (si richiama, in proposito, l’art. 117, secondo comma, lett. m, della Costituzione), del controllo democratico sull’operato dei soggetti pubblici, in conformità ai precetti costituzionali. 
VISTO CHE 
Questa OS ritiene che la gravità e l’estensione delle ipotesi di violazioni evidenziate sia tale da non       rendere idonea o comunque esaustiva la convocazione dell’adunanza di verifica, come previsto dall’art. 19 dell’A.N.Q., e che necessiti un immediato intervento volto ad uniformare l’andamento e l’organizzazione dell’Ufficio in argomento, vuoi alle norme imperative, vuoi a quelle pattiziamente sancite;
tutto ciò premesso, 
INOLTRA 
ai sensi e per gli effetti della normativa in oggetto richiamata formale istanza di accesso agli Organi in indirizzo ai documenti amministrativi rispettivamente
al Dott. Claudio MONTANA intercorrente dal giorno 01.06.2014 ad oggi, mediante esame degli atti ed estrazione di copia, di: 
                                                   I.            programmazione settimanale;
                                                II.            ordini di servizio giornalieri;
                                             III.            cambi Turno con relative motivazioni;
                                             IV.            reperibilità;
                                                V.            fogli firma;
                                             VI.            riposi compensativi
                                          VII.            straordinario “obbligatorio-programmato” relativa     
                                     Ripartizione
al Dott. Roberto SGALLA:

    I.            Direttive assegnate in merito al monte ore dello straordinario
  II.       Incartamenti relativi in entrata ed in uscita presso la Direzione   dei reparti Speciali
III. Provvedimenti adottati anche in seguito alle marcate   segnalazioni già poste in essere da questo sindacato

      Al Dott. Tommaso RICCIARDI:

           I.            copia della direttiva interna a firma Dott. Claudio Montana, datata 13 aprile 2015, avente ad oggetto "Limite monte straordinario assegnato alla I Divisione e alla III Divisione" indirizzata al Dott Rossetti Dirigente I Divisione e passata al visto del personale.
      II.  Provvedimenti adottati a seguito delle marcate segnalazioni da questo sindacato

CHIEDE PER OGNUNO IN INDIRIZZO

di conoscere il nominativo del responsabile del procedimento ex Legge 7 agosto 1990, nr. 241, anche per il rilievo che questi assume in forza della Legge 11 febbraio 2005, nr. 15, che ha riformato la cennata legge 241/1990, secondo la quale l’organo competente per l’adozione del provvedimento finale, ove diverso dal responsabile del procedimento, non può discostarsi dalle risultanze dell’istruttoria condotta da quest’ultimo, se non indicandone la motivazione nel provvedimento finale; può ritenersi dunque pacifico che lo specifico onere motivazionale in capo al responsabile del provvedimento costituisca un quid pluris nell'adozione dell’atto stesso 
INVITA E DIFFIDA

codesta Amministrazione, in persona del l.r.p.t., a fornire la risposta alla presente con la massima urgenza con l’avvertimento che, elasso infruttuosamente il termine dei trenta giorni previsto ex lege, questa O.S. si riserva di valutare, in concreto, il ricorso alle vie legali più idonee per la tutela propria e dei propri aderenti, in sede penale e amministrativa per l’astratta previsione normativa; in proposito si richiama la tutela penale del diritto di accesso alla luce della Legge 26 aprile 1990, nr. 86, che ha novellato l’art. 328 del codice penale, il quale prevede sanzioni non solo nei confronti del pubblico ufficiale che rifiuti illegittimamente di compiere un atto del suo ufficio o che lo compia con ritardo, ma anche nei confronti del pubblico ufficiale che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compia l’atto del suo ufficio. Giova mentovare, inoltre, la tutela garantita dall’art. 25, comma 5, della più volte citata Legge 241/90 e successive modifiche, che consente il ricorso al T.A.R. territorialmente competente nei termini di legge, al fine di ottenere l’annullamento, la modifica o la revoca dell’atto impugnato.
In attesa di un positivo e tempestivo riscontro in merito alla presente, si coglie l’occasione per porgerle i più cordiali saluti.

MILANO EXPO 2015: POLIZIOTTI TRATTATI PEGGIO DEI CLANDESTINI PRESA DI POSIZIONE DELLA CONSAP

Expo Milano: mentre il Governo “stira” lo smoking, i poliziotti accatastano i letti, tre persone in stanze da due o peggio e sistemazione a oltre 30 chilometri dall’area espositiva. Innocenzi, trattati peggio dei clandestini.

Chiediamo per i poliziotti inviati ed Expo un trattamento da immigrati la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia a poche ore dall’apertura di Expò Milano, lancia una provocazione lamentando le condizioni inaccettabili che sono state riservate ai poliziotti, quasi duemila, inviati a Milano per potenziare la vigilanza.
Mentre i membri del Governo  stirano lo smoking per la passerella, il Ministero dell’Interno è impegnato nella delicata operazione di far accatastare letti nelle piccole stanze del fatiscente residence di Pieve Emanuele, una struttura che dista 40 chilometri dall’area Expo, che fino al 2013 ospitava migliaia di profughi e che sarà una delle “case” dei poliziotti, gli altri alloggeranno, sempre stretti come sardine, in due altri alberghi che distano 30 chilometri dall’area expo, mentre i più “fortunati” potranno alloggiare nelle baracche degli operai ora destinate ad alloggi interforze.
Ci stanno trattando peggio degli immigrati – accusa la Consap – hanno inviato uomini senza avere alloggi adeguati né poter garantire loro un rapido accesso alle mense di servizio ed ai luoghi dove si potranno consumare i pasti. Mentre dalla stampa apprendiamo, quasi ogni giorni di immigrati che rifiutano alloggi in hotel a 3 o 4 stelle magari solo perché manca la parabola o il collegamento wifi, il Governo tratta i poliziotti in maniera indegna.
Il Ministro dell’Interno ed il Capo della Polizia hanno l’obbligo di garantire a questo personale che è stato, nella massima parte precettato all’ultimo istante, vitto e alloggio decenti: “Almeno, ci vorrebbe da dire, paragonabile a quello che lo stesso Ministro ed il Dipartimento garantiscono a chi approda clandestinamente sulle nostre coste.

martedì 28 aprile 2015

La Polizia al posto del Taxi

La Polizia al posto del Taxi: lettera aperta ai giornali della Segreteria Provinciale Consap di Gorizia.

Da tanto tempo si parla della presenza di “stranieri  indesiderati” che girano per la città Gorizia e che cercano rifugio presso la Caritas locale. Tale fenomeno è percepito dalla comunità come un problema, dimenticandosi che queste persone si trovano attualmente regolarmente sul territorio nazionale fino a fine definizione della loro pratica di richiesta Asilo Politico. In questi giorni però il signor Prefetto di Gorizia ha deciso di trattarli come “irregolari” ordinando un servizio di accompagnamento tramite Pullman della Polizia di Stato con Agenti di scorta presso la città di Milano…sottolineando il termine città poiché poi sono abbandonati al proprio destino. Infatti, ieri si è ripresentato il “problema” con diciotto persone richiedenti asilo politico, già precedentemente allontanate dalla nostra piccola cittadina! A questo punto dopo aver rintracciato dodici di loro il Capo de il Palazzo del Governo sito in Piazza Vittoria ordina un ulteriore accompagnamento tramite l’utilizzo di tre operatori della Polizia Ferroviaria di Gorizia sempre alla volta di quel grande imbuto che si chiama Milano.
La nostra denuncia come sindacato di Polizia è che non è possibile utilizzare degli Agenti come se fossero delle Guide Turistiche a spese del contribuente…enfatizzato pure dalle lamentele da parte del signor Prefetto il quale pretendeva il rilascio di biglietti ferroviari da parte di Trenitalia come se quest’ultima fosse una ONLUS.
Nei giorni d’oggi nella nostra amministrazione non si parla d’altro che di Spending Review con nuovi tagli pesantissimi sulla sicurezza pubblica dall’attuale governo in carica e ora ci tocca pure veder utilizzata la Polizia come un servizio Taxi, distogliendo i colleghi dal proprio usuale lavoro d’istituto.
Ci sono delle regole da rispettare, sia burocraticamente sia giuridicamente, finché l’Italia si possa ancora definire un paese democratico con finalità sociali, come ben descritto dalla nostra cara Costituzione.
Come sindacato di Polizia ci si augura di non dover denunciare ulteriormente queste tristi vicissitudini giacché sicuramente queste persone torneranno nella loro tana preferita.


Il Segretario Generale Provinciale CONSAP
 Gorizia
Walter Beltramini

Accoglienza immigrati: Consap, il sistema è improvvisato e inconcludente

Accoglienza immigrati: Consap, il sistema è improvvisato e inconcludente. Il caso del commissariato Prenestino.

Troppe chiacchiere sull'immigrazione il sistema è farraginoso ed inconcludente, la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, interviene in difesa del personale e dei rischi a cui lo stesso viene esposto  nella gestione delle procedure di identificazione degli stranieri che approdano sulle coste italiane e lo fa illustrando una situazione verificatisi a Roma la settimana scorsa. Un commissariato della capitale è stato impegnato per oltre cinque ore, nel foto segnalamento di cittadini africani approdati sulle coste italiane e trasportati in pullmann a Roma.
In questo lasso di tempo la cronaca di una quotidiana routine per donne ed uomini della Polizia di Stato: dapprima gli stranieri sono rimasti due ore bloccati nel pullmann per la mancanza di una certificazione medica e di conseguenza le legittime riserve del personale della Polizia Scientifica; impasse che non si è potuta risolvere velocemente infatti era impossibile comunicare, attraverso gli interpreti di lingua inglese ed araba dell’Amministrazione, in quanto gli extracomunitari parlavano solo la lingua del loro paese e si è dovuto provvedere andando a prelevare da un vicino centro d’accoglienza uno straniero che conoscesse la loro lingua e l’italiano. Così solo dopo due ore sono iniziate le procedure di foto segnalamento, con personale insufficiente peraltro impegnato anche nella redazione dei verbali, resi vieppiù complessi dalla presenza di 14 minori. Le attività di foto segnalamento poi fanno i conti con la volontà degli extracomunitari che si rifiutano di sottoporsi ai rilievi dattiloscopici, attività di polizia che per legge non può essere coattiva.
Va detto anche che in queste cinque ore, il personale del commissariato ha dovuto rientrare per infoltire la fila di un pattuglione pianificato dalla Questura cogliendo l’occasione del rientro in sede anche per fotocopiare gli atti, in quanto presso l’ufficio immigrazione il riproduttore era disattivato, portandosi dietro materialmente le risme di carta, altri effetti collaterali di questa improvvisazione sono stati il salto della cena per il personale impegnato ed il fatto che tre minori inviati alle visite mediche di routine sono riusciti a fuggire dall’ospedale e risulterebbero dulcis in fundo anche affetti da acaride (scabbia).
L’improvvisazione nella gestione di questa emergenza - conclude la Consap – determina rischio sanitari ed operativi per il personale di assoluta rilevanza tenuto conto che questa problematica è stata rappresentata via via ai questori di tutta Italia, in quanto non ci troviamo davanti al caso eccezionale ma un drammatica routine quotidiana.

sabato 25 aprile 2015

Tavolo tecnico sul riordino delle carriere: Consap, prima la legge delega.


La scorsa settimana presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza si è tenuto il secondo incontro finalizzato ad un progetto di razionalizzazione e di potenziamento del modello di sicurezza, da inserire nel ddl sulla pubblica amministrazione,  in un contesto di miglioramento del coordinamento teso ad evitare sovrapposizioni di competenze, con conseguente revisione dei ruoli, per la valorizzazione del personale appartenente ad ogni qualifica e grado in modo da coniugare sia efficienza che efficacia delle funzioni svolte con le legittime aspettative di progressione economica e di carriera. Con la delegazione del Dipartimento, presieduta dal Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali, vice prefetto Tommaso Ricciardi, si è concordato un metodo di lavoro che partendo dal progetto di riordino, definito all'inizio del 2014, sintetizzi i principi da far confluire in un ampia delega coerente con lo spirito del disegno di legge Madia teso ad una moderna semplificazione. In tal modo si dovrà rispondere all'esigenza di programmare un incremento dell’attuale forza effettiva, tesa, tra l’altro a ridurre l’elevata età media con la contestuale riduzione organica, nel contesto di un nuovo e razionale sistema organizzativo, attraverso una fase transitoria, dopo la ricognizione delle necessità connesse alle funzioni di polizia, per predisporre un piano che dovrà rispondere all'esigenza, che le scriventi organizzazioni sindacali hanno sottolineato con forza e determinazione, di coniugare funzionalità, professionalità e valorizzazione del merito e anzianità. In questo senso abbiamo, altresì, sottolineato che va colto il progetto di riordino della carriera di ogni qualifica e grado, in una chiave di moderna valorizzazione delle funzioni di polizia giudiziaria e di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico. Da troppi anni il personale di ogni qualifica e grado attende un progetto che gli dia una prospettiva di carriera che valorizzi il merito e la professionalità, che consenta anche di superare i disallineamenti che esistono sia nel comparto sicurezza e difesa sia nel raffronto con il pubblico impiego per garantire e riconoscere effettivamente, non solo come mera espressione di principio, la specificità delle funzioni svolte.
Sarà nostra cura informarvi dell’esito dei prossimi incontri che si terranno al riguardo, ed in ogni caso ribadiamo che questo percorso rappresenta un' opportunità da cogliere per assecondare le aspettative connesse al riordino delle carriere. 

Certificato di idoneità psico-fisica per chiunque detiene armi comuni.Quesito Consap.

Certificato di idoneità psico-fisica per chiunque detiene armi comuni, regolarmente denunciate e non è in possesso di alcuna licenza di porto d’armi. Quesito Consap.

Il Segretario Generale Nazionale, Giorgio Innocenzi ha rivolto un urgente quesito ai competenti uffici ministeriali in ordine alla certificazione sanitaria prevista dall’art. 35, comma 7° del Testo Unico delle leggi di P.S. come modificato dal Decreto Legislativo 26 ottobre 2010 n. 204. La Consap, in buona sostanza, intende sapere se l'obbligo incombe anche agli appartenenti alle Forze di Polizia in servizio attivo, ovvero se, in virtù della loro funzione, siano esentati da tale obbligo, in quanto detentori e utilizzatori di armi da guerra individuali: pistola Beretta cal. 9x19 (parabellum), nonché di portare e utilizzare (quando ricorrono le circostanze) anche armi non comuni e quindi si ritiene implicita, nella funzione, la idoneità psico-fisica permanente. Poiché il termine per la presentazione di tale certificato scade, come è noto, il prossimo 5 maggio, la Consap ha chiesto al Ministero dell'Interno di voler far conoscere, con cortese urgenza, le determinazioni opportune, al fine di poter fornire adeguate risposte sull’argomento al personale interessato.

CAF - Per gli iscritti Consap c'è EuroCaf !!

E'' stata rinnovata la convenzione con  "EUROCAF " di Santena, per la compilazione del 730/15 e non solo . . .



venerdì 24 aprile 2015

Accordo nazionale quadro: esito primo incontro !!


Ieri, presso il Ministero dell’Interno, si è svolto il primo incontro tra una delegazione del Dipartimento della P.S. e le Organizzazioni sindacali per avviare il tavolo di confronto che dovrebbe portare alla modifica del vigente Accordo Nazionale Quadro del 2009.
La delegazione del Dipartimento era composta dal Vice Capo Vicario Alessandro Marangoni, dal Vice Capo Matteo Piantedosi, dal Direttore Centrale delle Risorse Umane Massimo Maria Mazza e dal Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali Tommaso Ricciardi. Trattandosi del primo incontro, non sono state approfondite le questioni relative  ai singoli istituti di riferimento ma sono state affrontate le valutazioni preliminari del caso.
Il Vice capo Vicario,introducendo la riunione, ha spiegato come la Polizia di oggi sia fortemente diversa da quella del 2009 (anno in cui fu sottoscritto l’attuale ANQ): una polizia con migliaia di uomini in meno rispetto al passato (circa 6.000) e, soprattutto, una polizia che, come riconosciuto dalla stessa Amministrazione, si è invecchiata così tanto che l’età media oggi si aggira intorno ai 44 anni, un livello mai raggiunto prima. Partendo, quindi, da questa situazione - ha proseguito Marangoni - ci si dovrà sforzare di tratteggiare un nuovo ANQ che contemperi l’esigenza della funzionalità dei servizi con il benessere del personale. Siulp, Siap, Silp/Cgil, Ugl Polizia, Coisp, Consap e Uilps, stigmatizzando la mancata attuazione in molte articolazioni del Dipartimento dell’attuale ANQ e di molti istituti pur delineati in quell’Accordo, hanno  sottolineato la gravità delle questioni esposte dall’amministrazione. Le OO.SS manifestavano una disponibilità a confrontarsi e a discutere le eventuali proposte della parte pubblica ma esclusivamente nell’ottica di costruire un nuovo ANQ che tenesse conto delle legittime richieste delle donne e degli uomini della Polizia di stato alla luce della grave situazione in cui versa il nostro paese. Inoltre sono state rimarcate, dal mondo sindacale, le criticità concernenti il sistema delle relazioni sindacali legate all’attuazione e al rispetto delle norme sancite dall’attuale ANQ.
Un altro punto di grande rilievo- hanno ribadito le OO.SS-risulta essere quello relativo alla compatibilità tra le previsioni dell’attuale Accordo Nazionale Quadro e le modifiche introdotte dal decreto “Brunetta”. Queste discrasie hanno posto le condizioni per alcuni Giudici del lavoro di stravolgere i principi fondamentali del vigente ANQ.  Con forza è stata posta all’Amministrazione, inoltre, la necessità di individuare percorsi seri ed efficaci tesi a garantire dei meccanismi validi per consentire la risoluzione delle controversie che si dovessero verificare sul territorio, mediante la previsione e l’adozione di provvedimenti incisivi e vincolanti per chi, dolosamente e/o pervicacemente, violasse le regole del nuovo ANQ.
Alla luce di quanto descritto è forte la convinzione di queste OO.SS. che nessun accordo si potrà avviare, con sufficiente buon senso, se prima non saranno chiarite tutte le questioni evidenziate. Sarebbe inutile stabilire nuove regole (sulla carta), se poi non fossero previsti dei meccanismi che rendano effettivi e vincolanti gli accordi raggiunti. La risposta a tutti questi interrogativi è stata rinviata alla prossima riunione.

giovedì 23 aprile 2015

Uso auto di servizio: nuova direttiva della Presidenza del Consiglio

Uso auto di servizio: nuova direttiva della Presidenza del Consiglio. I funzionari che utilizzeranno l'auto di servizio in violazione del predetto decreto dovranno rispondere, oltre che di danno erariale e peculato d'uso, anche di abuso d'ufficio.

Il nuovo D.P.C.M. pubblicato sulla gazzetta ufficiale l’ 11 dicembre 2014 (Determinazione del numero massimo e delle modalità’ di utilizzo delle autovetture di servizio con autista adibite al trasporto di persone) prevede max 5 autovetture per tutte le amministrazione Centrali, ivi comprese le Forze di Polizia. (così stabilisce il decreto).

Tutti i dirigenti, vice dirigenti, funzionari (a prescindere dall'incarico ricoperto) nonché prefetti senza incarichi pertanto, dovranno farsela a piedi e dovranno portarsi con i propri mezzi sul posto di lavoro, pena il risarcimento per danno erariale. Questi potranno utilizzare l’auto in via non esclusiva, solo per spostamenti dettati per motivi di servizio. La reiterazione dell’uso abusivo dell’auto con autista personale oltre al danno erariale e al peculato d’uso, potrà integrare persino il reato di cui all'Art. 323 c.p. (Abuso d’ufficio) poiché usufruire illegittimamente dell’ auto di servizio, in violazione del predetto decreto, per farsi venire a prendere a casa e farsi riportare, a prescindere dal luogo di residenza dell’utilizzatore, è indubbio che costituisca a tutti gli effetti “un ingiusto vantaggio patrimoniale“.

L’art 3 comma 1 del citato DPCM infatti stabilisce che “l’utilizzo delle autovetture di servizio è consentito solo per ragioni di servizio che non comprendono lo spostamento tra abitazione e luogo di lavoro in relazione al normale orario di ufficio.” Anche se il decreto pone un termine ultimo per ridurre il numero di auto, fissato per il 31 dicembre 2015, sarà necessario dare attuazione da subito alle citate disposizioni, tenuto conto del numero complessivo di vetture che la nostra amministrazione al momento utilizza in maniera impropria.

mercoledì 22 aprile 2015

Expo potenziamento servizi di polizia; Consap, basta improvvisazione

Expo potenziamento servizi di polizia; Consap, basta improvvisazione, precettati gli agenti all’ultimo istante e la Polizia Stradale rimane appiedata

L’improvvisazione ancora una volta regna sovrana all’interno dell’Amministrazione della P.S. -lo afferma la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia rendendo noto che  - nonostante l’appuntamento di Expo Milano 2015 sia noto da tempo solo in queste ore gli uffici di Polizia stanno comunicando al personale le aggregazioni per “il potenziamento dei servizi di polizia per Expo 2015”.
Accade infatti che a colleghi in servizio in settori delicati del Dipartimento della Pubblica Sicurezza solo oggi è stato comunicato di “attrezzarsi” per trovarsi il 27 aprile a Milano, oppure quanto sta accadendo alla Polizia Stradale alla quale stanno comunicando che l’aggregazione di migliaia di operatori nel capoluogo lombardo riguarderà anche i mezzi di servizio, resisi necessari a causa di in ritardo nella consegna delle fiammanti nuove autovetture promesse dal Ministro Alfano.
Le problematiche segnalate saranno oggetto di specifico approfondimento nel corso dell’Incontro che domani mattina la Consap avrà con il Vice Capo della Polizia Vicario Alessandro Marangoni.