sabato 3 novembre 2012

I CONCORSI IN POLIZIA ? UNA FARSA !!!!!


DAL NAZIONALE . . .

Un concorso per dirigenti di Polizia: passano protagonisti del G8 e funzionari con curriculum non immacolato. Questori che hanno ottenuto prestiti da un plur iindagato. E due ex “divise” (condannate) con la scorta.
“Queste promozioni avranno effetti in tutta Italia, perché i funzionari guideranno Digos, Squadre Mobili e servizi di ordine pubblico…basta indagati e condannati tra i candidati e chi li giudica”. 

Un funzionario condannato per aver dato il porto d’armi all’autore di una strage. Un altro indagato nell’inchiesta per il pestaggio selvaggio a un ragazzo. Poi due dei poliziotti che hanno maneggiato le famose molotov della Diaz. Sono stati tutti promossi: stanno frequentando il supercorso per diventare primi dirigenti. Una storia che nei corridoi dei commissariati ha portato malumori e ricorsi: “Queste promozioni secondo noi illegittime determinano effetti in tutta Italia, perché da dicembre questi funzionari guideranno Digos, Squadre Mobili e servizi di ordine pubblico. Insomma, saranno la classe dirigente e i questori di domani”, punta il dito Flavio Tuzi, presidente del sindacato Italia Sicura. Parliamo di 54 ambitissimi posti al corso di formazione dirigenziale (1.600 candidati). Ma appena viene pubblicata la graduatoria ecco che scattano i ricorsi. Uno in particolare mette in fila gli “elementi critici” della selezione: 26 funzionari selezionati hanno compiuto balzi da gigante, da 100 a 800 posizioni rispetto allo scrutinio del 2011. Non solo: tra i selezionati risultano anche funzionari indagati o protagonisti di fatti di cronaca non esaltanti. A partire, ancora una volta, dal G8. Infine, si legge in un ricorso, quattro dei selezionati sarebbero “tutti accomunati dall’aver svolto le funzioni di segreteria per Capi e Vice Capi della Polizia”. Niente di illegale, fino a prova contraria. Ma la storia sta diventando un caso, anche perché la commissione era composta dai vertici della Polizia: presidente Antonio Manganelli, affiancato dal numero due della polizia, Nicola Izzo, da Francesco Gratteri e Oscar Fioriolli. A tenere il corso della durata di tre mesi è Roberto Sgalla. Insomma, il nucleo dei fedelissimi della polizia dell’era De Gennaro- Manganelli. Alcuni protagonisti, ancora una volta, dei fatti del G8. Così nei sindacati c’è chi avanza un’accusa, politica, non penale: “Con la selezione dei nuovi dirigenti si rischia di garantire la sopravvivenza a un gruppo dirigente che guida la Polizia da più di dieci anni”. l posti per accedere alla formazione per la nomina a Primo Dirigente venivano attribuiti, si legge nel bando, “mediante scrutinio per merito comparativo e superamento del corso di formazione, della durata di tre mesi con esame finale”. Ma quando vengono resi noti i vincitori qualcuno storce il naso. E fa domanda di accedere agli atti per conoscere la posizione in classifica dei selezionati. Così in un ricorso (in possesso del Fatto Quotidiano) viene raccontata la storia di un “futuro dirigente condannato in Cassazione a un anno e dieci mesi per concorso di causa in omicidio”. Il caso riguarda Andrea Calderini che a Milano nel 2003 uccise la vicina di casa, la moglie e, prima di togliersi la vita, sparò dalla finestra ferendo tre passanti. Il funzionario in questione si era occupato del rinnovo del porto d’armi a Calderini. Per questo è stato condannato al risarcimento, in solido con il ministero dell’Interno, di 750 mila euro. Nel 2012 ha recuperato 686 posizioni in graduatoria rientrando tra i 54 fortunati. Tra i selezionati anche un vicequestore di punta che nel 2011, stando agli atti acquisiti per il ricorso, si era posizionato 299esimo per poi ritrovarsi 47esimo l’anno successivo. Niente di illegale, ma appena dopo aver passato la selezione il vice-questore è stato indagato dalla Procura di Roma con l’accusa di calunnia e falso ideologico. Parliamo del pestaggio di Stefano Gugliotta: il 5 maggio di due anni fa dopo Roma- Inter fu picchiato da un gruppo di poliziotti che lo denunciarono anche per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Quella notte a coordinare il servizio d’ordine era proprio il vice-questore che è finito nel registro degli indagati per il verbale in cui si accusava il giovane di aver reagito ai poliziotti. Ma ecco, ancora una volta, l’ombra del G8: tra i futuri dirigenti anche due funzionari che erano a Genova (di loro parla Alessandro Mantovani nel libro “Diaz”). C’è chi ha compiuto un balzo di 314 posizioni entrando nella lista dei fortunati. È la persona che la notte dell’irruzione alla scuola Diaz ricevette da Giovanni Luperi (condannato per falso aggravato nel processo Diaz) le due famose molotov: dovevano provare la pericolosità dei ragazzi massacrati di botte dentro la scuola. Un clamoroso falso. Il funzionario (uscito indenne come molti altri dalla vicenda) le avrebbe poi consegnate a un collega di cui non ha mai ricordato il nome. Un altro funzionario presente alla Diaz si è poi ritrovato nella graduatoria con un balzo di 407 posti. Anche lui ha avuto a che fare con le molotov. A guidare la commissione il consiglio di amministrazione della Polizia con Nicola Izzo e Oscar Fioriolli, due poliziotti di grande esperienza. Entrambi ex questori a Napoli, sono stati indagati dalla procura partenopea per un ramo dell’inchiesta Finmeccanica, quello riguardante caserme, telecamere e cittadella della polizia. Infine Francesco Gratteri, uno degli uomini di fiducia di De Gennaro e di Manganelli. Per anni indicato come papabile alla poltrona di numero uno. Ma poi ci si è messo di mezzo il G8 con la condanna a 4 anni per falso aggravato. Filippo Bertolami, dirigente di Italia Sicura, accusa: “A decidere le carriere ci sono figure di vertice toccate da in-chieste. Oltre a colleghi meritevoli, secondo noi, viene promosso anche chi non ha i requisiti. Mentre c’è chi ha sempre lavorato nel rispetto delle regole e viene messo da parte”. Dal Viminale nessuna dichiarazione ufficiale, ma c’è chi ribatte: “Le regole dello scrutinio sono pubbliche e non discrezionali. Sono fissate per legge”. E quei salti di centinaia di posti rispetto all’anno scorso? “Ogni anno cambiano le priorità richieste ai candidati, una volta magari si punta sulla lotta alla criminalità organizzata, un’altra sul terrorismo o la droga”. Restano quei futuri dirigenti indagati o condannati… “Ognuno ha il diritto di presentare ricorso. Deciderà la legge”. Bertolami, non lo nasconde, è uno degli esclusi dal concorso: “Il Consiglio di Stato ha più volte ribadito l’arbitrarietà del sistema”. Aggiunge: “La Polizia, nonostante la vergogna del G8, gode giustamente di grande credibilità, ma ha bisogno di essere guidata da vertici e dirigenti che non siano neanche sfiorati da sospetti di aver ordinato spedizioni punitive o falsificato prove”. Conclude: “Si deve creare un organismo di garanzia che non permetta a indagati o, peggio, condannati per gravi reati di occupare posizioni di vertice o di decidere della carriera dei colleghi”.
Da Il Fatto Quotidiano del 29/10/2012.