martedì 17 marzo 2015

Introduzione del numero identificativo: il Viminale da che parte sta?

Introduzione del numero identificativo: il Viminale da che parte sta?

Sul quotidiano Il Tempo è stata pubblicata stamani una bella lettera del sen. Maurizio Gasparri sulla spinosa questione del numero identificativo per i poliziotti impegnati in ordine pubblico. Condividendo le valutazioni abbiamo deciso di pubblicarla integralmente.

Il ministro dell'Interno è favorevole o contrario al numero identificativo su caschi e divise delle forze dell'ordine? Io non l'ho capito. Fino ad ora il Viminale ha preso tempo. Tra pochi giorni si discuterà al Senato una proposta di legge presentata da Sel che prevede proprio questo. E cioè che ogni poliziotto o carabiniere impegnato nella tutela dell'ordine pubblico possa essere identificato con un numero di codice, esponendolo a denunce pretestuose dei violenti. Altro che sicurezza! L'ordine pubblico rischia la paralisi. Né si dica che il numero identificativo si usa in altri paesi, nei quali chi tocca un poliziotto passa guai seri, mentre in Italia finisce in Parlamento certo non dalla nostra parte… Il ministro Alfano, che su questo punto era stato chiamato a rispondere in commissione Affari costituzionali, non si è presentato ma ha fatto intervenire il sottosegretario Bubbico.
Dagli atti della commissione, riunitasi giovedì scorso, vedrà che attraverso Bubbico il governo si è limitato a chiedere tempo. Questa legge è un'autentica vergogna. Chi lavora per la sicurezza delle nostre città merita rispetto e tutela, non di subire ripercussioni incentivando denunce con dubbie finalità. Forza Italia voterà, quindi, con convinzione no a questa proposta assurda. Ma Alfano che dice? È contro o a favore? Sta come Forza Italia dalla parte di poliziotti e carabinieri, oppure vuole arrendersi a chi, piaccia o meno, aiuta quanti stanno dall'altra parte della barricata e spesso agiscono anche con violenza? Io non l'ho capito.