lunedì 9 giugno 2014

Passaggio al Ministero dell'economia e delle finanze per il pagamento delle competenze fisse e accessorie

Passaggio al Ministero dell'economia e delle finanze delle procedure informatiche del personale e dei servizi per il pagamento delle competenze fisse e accessorie degli operatori del Comparto Sicurezza e Difesa.


Signor  Ministro,
come  noto l'art 1 comma 402 della legge 27 dicembre 2013 nr.147 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014) prevede che "entro il 1° gennaio 2016, tutti i Corpi di polizia, compresa l'Arma dei carabinieri, si avvalgano delle procedure informatiche del Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento dell'amministrazione generale, del personale e dei servizi per il pagamento al personale delle competenze fisse e accessorie"
Stessa procedura è prevista dalla medesima norma anche per le Forze Armate.
Come rappresentanti delle scriventi organizzazioni sindacali del personale della Polizia di Stato, Le esprimiamo molta preoccupazione per gli effetti che l'applicazione di tale norme produrrà sul versante dell'operatività e dell'efficienza dei servizi ai cittadini a seguito dei riflessi negativi che si realizzeranno sulla gestione del personale e sugli assetti organizzativi e funzionali del Dipartimento della P.S. e sugli Uffici e presidi centrali e periferici della Polizia di Stato.
Le modalità, i tempi, l’unicità d'impiego degli operatori di questo Comparto, che agiscono in modo sempre più frequente in contesti ed eventi connotati dalla straordinarietà, immediatezza ed emergenza operativa, rendono estremamente difficile e complicata l'omologazione ad altri settori del pubblico impiego nella gestione delle procedure di pagamento delle competenze fisse  e accessorie al personale.
La sperimentazione già attuata con la gestione diretta del MEF del personale della Polizia Penitenziaria e del Corpo Forestale dello Stato, ha già determinato significativi limiti ed una serie di difficoltà e ritardi che stanno danneggiando il personale e rischiano seriamente di pregiudicare l'efficienza e tempestività nella realizzazione dei servizi.
Tale esperienza, infatti, consiglierebbe un ripensamento delle decisioni finora assunte in forma parziale per gli appartenenti a questo delicato Comparto lavorativo, piuttosto che una estensione generalizzata del sistema di gestione delle retribuzioni continuative e accessorie del personale.
Peraltro,  in questi ultimi anni diversi sono stati gli interventi, con relativi investimenti economici, per adeguare i rispettivi sistemi di gestione del personale da parte delle singole Amministrazioni di questo Comparto, per garantire efficienza e tempestività nel rispetto dei principi di buona ed oculata gestione del proprio personale amministrato.
La scelta operata dal legislatore, infatti, più che avere una reale valenza di  natura economica, giustificata da una asserita ipotesi di riduzione della spesa e da esigenze di unicità gestionale, sembra essere  più generata da decisioni connesse ad equilibri di potere e amministrazione diretta delle risorse umane e economiche delle Amministrazioni dello Stato, compreso questo Comparto, con conseguenti e diretti riflessi all'interno della compagine governativa.
Al riguardo le scriventi organizzazioni con lo spirito costruttivo e propositivo che ha finora contraddistinto il confronto con il Governo nella difficile, ma costante ricerca di soluzioni possibilmente condivise e sopratutto utili per il Paese, senza alcuna forma di difesa corporativa e/o ideologica dello "status quo", con la volontà di voler dare il proprio contributo al percorso di rinnovamento e cambiamento in atto in tutti i settori della pubblica amministrazione, ci pregiano di formularLe una proposta alternativa che possa coniugare le esigenze di razionalizzazione, semplificazione del sistema e contestuale mantenimento dell'efficienza e funzionalità dell'intero delicato sistema preposto a garantire la sicurezza.
            In sostanza, l'attuazione della citata norma dal 2016,  richiederebbe comunque anche a regime,   la necessità di garantire un impiego permanente presso le singole Amministrazioni del Comparto di personale e di adeguate strutture logistiche per consentire la raccolta, gestione ed invio regolare dei flussi contabili del trattamento economico al MEF, con un aggravio dei costi, ancorché contenuto, per la realizzazione di “economie di scala”, certamente non giustificabile economicamente nell’attuale quadro di finanza pubblica.
            In tale contesto apparirebbe forse più funzionale ed efficace  promuovere la creazione di un unico polo stipendiale a carattere interforze, una sorta di Centro Nazionale Unico Amministrativo,  alle dirette dipendenze del Ministero dell’Interno - Dipartimento della P.S.  in modo tale da consentire a ciascuna delle componenti interessate di operare con procedure innovative e migliorative, utilizzando il know how e i sistemi informatici avanzati già disponibili, conservando, in un quadro di assoluta compatibilità e sostenibilità economica,  un sistema razionale, efficace e funzionale oltre che garantire la specificità e la salvaguardia dell'autonomia gestionale del personale operante in questo particolare settore .
            Infine siamo a chierLe un cortese riscontro sulla attendibilità, ed eventualmente sulle ragioni per le quali, nonostante la norma suddetta preveda per tutte le Amministrazioni del Comparto, compresa l'Arma dei carabinieri, il passaggio delle procedure al MEF dal 1° gennaio 2016, i vertici della sola Polizia di Stato, si appresterebbe a realizzare tale evento con un anno in anticipo. 
Conoscendo la sua proverbiale concretezza, impegno e dedizione nell'esercizio delle Sue funzioni istituzionali e la difesa delle Sue prerogative e responsabilità quale massima Autorità nazionale di pubblica sicurezza,  siamo certi che approfondirà la questione in tutti i suoi aspetti e riflessi e valuterà con realismo e pragmatismo la proposta formulata unanimemente da tutti i sottoscritti sindacati di polizia.
Esperita tale istruttoria, siamo a chiederLe di  farci cortesemente conoscere le Sue intenzioni e le eventuali azioni che intenda assumere nella consapevolezza che si tratta di una problematica che investe la responsabilità decisionale e collegiate dell'intero Governo.