mercoledì 13 novembre 2013

IL SINDACALISTA PANTALEONI INCATENATO PER PROTESTA DAVANTI ALLA CASERMA DELLA POLIZIA STRADALE DI LUCCA

IL SINDACALISTA PANTALEONI INCATENATO PER PROTESTA DAVANTI ALLA CASERMA DELLA POLIZIA STRADALE DI LUCCA. PROSSIMA TAPPA ROMA DAVANTI AL MINISTERO.


“Gianluca è incatenato, venite a prenderlo”, gridava un suo collega al megafono mentre il corteo, tutt'intorno e composto di una 30ina di persone, stava costeggiando la sede della polizia stradale in via Pisana. Il Gianluca in questione è Pantaleoni, segretario nazionale della Consap, il sindacato autonomo di polizia. Occhio nero truccato come se fosse stato bersaglio di un pugno, ammanettato e con uno straccio a coprire la bocca – perché il sindacato non deve parlare, almeno stando all'interpretazione della scena – Pantaleoni, croce sulla schiena a indicare la morte della libertà sindacale nella polizia di Stato, nelle stesse vesti è stato affiancato da Giovanni Pontillo e Rosario Gagliardi, segretari regionale e provinciale fiorentino della Consap.
Consap che protesta per l’avvio del procedimento contro Pantaleoni, un iter basato su una presunta incompatibilità ambientale del sovrintendente. Se la faccenda si concretizzerà, voci dànno già il sindacalista trasferito d’ufficio alla questura di Lucca, ma lui non ne sa nulla e deve leggere le carte: “Non ho ancora acquisito gli atti e le motivazioni. Posso solo dire che non credo d’aver fatto qualcosa di male, qualcosa che vada a macchiare la mia fedina penale. Non sono mai stato rinviato a giudizio – ha sottolineato Pantaleoni – e sono qua, siamo qua, per rivendicare il diritto di contestare gli errori della polizia, per rivendicare la libertà sindacale sancita dall'articolo 39 della Costituzione. Dovessi affrontare un processo lo farei volentieri e difenderei il mio operato”.
Il sovrintendente non le ha mai mandate a dire e le proteste cui partecipa portano sempre un grosso input comunicativo, basti pensare a quella con tanto di bara, in difesa della sicurezza, lo scorso anno in concomitanza del 160° anniversario della polizia di Stato.
E anche il corteo di oggi, che dalla via Pisana è transitato davanti la prefettura continuando, poi, nel cammino verso piazza Santa Maria, ha centrato, senza lasciarli dunque a margine della querelle Pantaleoni, i temi della sicurezza per i poliziotti e, più in generale, dei loro diritti, calpestati ogni giorno come scritto sui volantini distribuiti ai curiosi.
Sprechi, auto blu e autisti per le cene dei dirigenti, servizi ad personam, pattuglie-taxi per le figlie dei prefetti… è la polizia che contestiamo!, recitavano gli slogan riferendosi a svariati fatti di cronaca nazionale, non ultimo l’esposto in procura presentato dallo stesso Pantaleoni per verificare la regolarità di un episodio che avrebbe visto una pattuglia accompagnare da Pistoia a Firenze, in autostrada, la figlia del rappresentante governativo di Bologna, la cui auto era rimasta in panne.
“L’Italia in cui siamo non è più democratica – ha sancito il segretario Consap – e continuiamo a lavorare fra gli errori amministrativi di gestione, li denunciamo e per questo veniamo trasferiti e puniti”. L’avvio del procedimento d’ufficio porta la firma del prefetto Santi Giuffè, direttore delle specialità della polizia di Stato. L’intento, secondo il sindacato, è togliere di mezzo Pantaleoni dalla stradale a causa del suo impegno nella difesa a tutto tondo dei diritti del corpo.