lunedì 21 ottobre 2013

Dal Nazionale

MANIFESTAZIONE DEL 19 OTTOBRE 2013 : LETTERA APERTA AL CAPO DELLA POLIZIA.

Pregiatissimo e illustre signor Prefetto, se quest’Organizzazione Sindacale scrive alla S.V., è perché ritiene che lei, sia l’ultima persona che possa, dall’alto della sua posizione, risolvere un semplice ma importante problema che interessa la sicurezza personale di ogni singolo dipendente impiegato nei servizi di ordine pubblico, in particolar modo della capitale.
Chi le sta scrivendo non è solo un sindacalista che scrive in nome di una grande Organizzazione Sindacale, grande soprattutto per la solidità morale e diligenza intellettuale con il quale svolge la propria funzione sindacale, ma anche un semplice poliziotto di commissariato che è impiegato in tutti i servizi di ordine pubblico e che quindi, vede da vicino la cruda e nuda realtà.
Vogliamo raccontarle cosa è successo nella giornata di ieri a Roma, in Via XX Settembre, innanzi al Ministero dell’Economia e Finanze: come tutti sapevano, si temevano azioni delittuose da parte dei soliti ignoti teppisti che noi invece chiamiamo con il nome più consono e cioè, terroristi.
Puntualmente ciò è accaduto e di ciò ci complimentiamo con chi ha saputo produrre le corrette informazioni.
Il dirigente della P. di S. lì comandato, assieme a due funzionari e ai loro uomini a disposizione, hanno tutti dimostrato di avere una notevole preparazione unita al coraggio eccezionale e a un grande senso di responsabilità.
Affermiamo questo perché gli ignoti autori dell’attentato, con tecniche militari si sono mossi in sincronia, lanciando innanzitutto dei fumogeni e poi, a seguire, almeno undici bombe carta alle quali avevano attaccato cartucce da caccia coninterno pallini di metallo, ed hanno lanciato anche sassi, dadi d’acciaio, bottiglie, aste di legno e un palo di ferro con ancora attaccato il segnale segnaletico stradale.
I nostri colleghi, immersi dal fumo, hanno avuto difficoltà a vedere e a respirare e sono diventati dei semplici bersagli, perché non avevano il materiale che invece avrebbero dovuto avere.
Tanti secondi interminabili dove il buon Dio o la fortuna, secondo ciò in cui si crede, erano lì a proteggere quella povera e tenera carne umana esposta al sacrificio, in nome di non si sa più cosa.
Avrebbe dovuto sentire i loro commenti a caldo, noi c’eravamo e possiamo riportarglieli: “ci è andata bene, poteva andare peggio dicevano tutti, mi hanno preso sul collo diceva Massimiliano, vedi? Mi si è bruciato anche il giacchetto; e poco più in l’à, Giulio, che usciva da una delle due autoambulanze giunte poco dopo le esplosioni, e ci diceva che uno degli ordigni lanciati era deflagrato vicino alla sua gamba e gli aveva procurato delle ustioni; poco più avanti un finanziere al quale doleva la caviglia; a fianco a Massimiliano il dirigente e gli altri uomini che ricostruivano l’accaduto e veniva fuori che all’improvviso tante persone con il volto camuffato da maschere o indumenti gli si erano avvicinate davanti a mo’ di sfida e all’improvviso, i fumogeni, le detonazioni, quegli esseri immondi con i caschi e la pioggia di oggetti e il caos”.
“E poi, tutti, quasi all’unisono: ci devono dare la tuta da ordine pubblico e le protezioni perché cosi non si può più andare avanti! Perché voi sindacalisti non fate niente? Perché non ci difendete? Compriamoci le protezioni da soli diceva qualcuno, e qualcun altro gli rispondeva: si, andiamo da Decathlon e diciamogli che ci servono per lavoro, magari ci fanno uno sconto”.
Signor Prefetto, quei colleghi, Massimiliano e Giulio, sono ancora qui tra noi, ma, potrebbero non esserci più: pertanto e per iniziare, quest’Organizzazione Sindacale auspica che l’Autorità Giudiziaria vorrà ritenere che si è trattato di una tentata strage.
Non comprendiamo il perché non si predisponga una qualunque azione, anche ad esempio inserendo i Nocs nel corteo, per riuscire ad arrestare questi individui; perché immagino lei sappia che chi è di servizio ha degli ordini inequivocabili: non reagire alle provocazioni! E’ forse questa l’unica azione che una grande Istituzione qual è la Polizia di Stato può mettere in campo?
Eppure, basterebbe mettere degli osservatori sui tetti che avvistano questi individui nel momento in cui si travisano: non passerebbero inosservati perché sono sempre un gruppo compatto che oscilla tra i trenta e i quaranta elementi; dal momento dell’avvistamento, cioè dal momento in cui si travisano, passa circa un minuto, un minuto e mezzo prima che mettano in atto le loro azioni e in questo poco tempo, un reparto particolarmente addestrato, potrebbe immobilizzarli.
Non comprendiamo il perché si preferisca che compiano indisturbati i loro atti: se poi, disgraziatamente un collega può rimanere ferito o morire, il Governo avrà l’occasione per costernarsi, indignarsi e mandare una bella corona di fiori ai funerali.
Poi, i familiari del collega sapranno cavarsela da soli: già, perché ai familiari della “truppa” che non fa parte della casta, non spettano un posto in parlamento e neanche un’aula in esso dedicata; dovrà anche e da sola capire come muoversi per ottenere una pensione di reversibilità e cos’altro? Mah? Chi può saperlo!
Sia chiaro e inequivocabile che questa Organizzazione Sindacale ritiene che quello che compiono questi individui chiamati black bloc, anarchici, giovani dei centri sociali o come altro più aggrada ai ben pensanti, non sono violente provocazioni ma atti di guerriglia contro fedeli servitori dello Stato.
A un atto di guerra si risponde con tutta la forza che lo Stato ha.
Lei ha l’onore di essere il Capo della Polizia di Stato e a lei, noi, fiduciosi, ci rivolgiamo per chiederle che voglia utilizzare tutta la forza e le risorse disponibili per fare sì ché, nelle manifestazioni future, mai più accada che, individui travisati, possano indisturbati compiere atti di guerriglia nei confronti delle Forze dell’Ordine e dei Palazzi Istituzionali, senza che questa importante Istituzione abbia almeno tentato di fermarli.
Vorrà anche avere la bontà di comprendere che tutti gli uomini e le donne al servizio della Polizia di Stato, dovranno potersi recare in servizio di ordine pubblico con l’idoneo abbigliamento, le idonee protezioni, l’idoneo “ubot”, l’idonea maschera anti gas e degli idonei strumenti atti a contrastare queste nuove forme di cieca violenza.
Noi non riusciamo più a contenere la rabbia dei nostri colleghi innanzi a tutto questo.
Se sarà necessario, mobiliteremo tutti i colleghi disponibili e parteciperemo liberi dal servizio e da liberi cittadini alla prossima manifestazione e, di fronte all’eventuale consumazione di un reato, interverremo noi, senza alcun indugio perché non siamo più disposti a farci massacrare in nome di alcuna “politica”.
Con la più sincera stima e considerazione, distinti saluti.

Roma, 20 ottobre 2013
Il Dirigente Nazionale
SCODITTI Francesco