martedì 26 agosto 2014

Tbc: non giochiamo con le parole sulla pelle dei poliziotti.

Tbc: non giochiamo con le parole sulla pelle dei poliziotti. Innocenzi : tavoli per raccolta adesioni alla class action contro Ministero Interno in tutta Italia.

L’atteggiamento del Dipartimento della P.S. in relazione alle ultime dichiarazioni concernenti la questione TBC e contagio operatori è fuorviante.
I vertici della Polizia stanno ricorrendo terminologica per deresponsabilizzarsi relativamente a indiscutibili colpe nella gestione della profilassi sanitaria a tutela degli operatori impegnati in Mare Nostrum, nelle operazioni di sbarco e gestione degli immigrati richiedenti asilo. I poliziotti non sono stati adeguatamente informati relativamente ai rischi sanitari e di contagio in cui sarebbero potuto incorrere e non sono stati supportati, per anni, da adeguata profilassi e strumenti di protezione. Un operatore del Gabinetto Polizia Scientifica di Ferrara è, a causa del servizio, venuto in contatto con il germe attivo della TBC ed stato sottoposto a terapia antibiotica preventiva. La malattia,infatti, ha un periodo di incubazione che può durare anche due anni e, pertanto, sostenere che tutto è a posto e che nessuno è ammalato di tubercolosi in polizia se formalmente risulta essere esatto sostanzialmente è fuorviante e falso. La TBC non si comporta come un virus intestinale che condanna il malcapitato quasi istantaneamente alla “ciambella permanente” ma ha un decorso di sviluppo lunghissimo. Sostenere che si deve stare tranquilli è scorretto e fuorviante.  Il poliziotto di Ferrara svolge regolarmente attività di foto-segnalamento pertanto è stato a contatto con una moltitudine di soggetti tra cui un gruppo di immigrati sbarcati da pochi giorni nel contesto dell’operazione cd “mare nostrum” ed ospitati in alcune strutture ricettive del ferrarese.
 Sottoposto a mantoux nel mese di marzo era risultato negativo al test. Rifatto il test è risultato positivo pertanto avviato immediatamente al locale centro malattie infettive ed è stato sottoposto a specifica terapia. Lo specialista infettivologo ha riferito al poliziotto che per ora non ha contratto la malattia ma solamente i batteri. Il suo fisico nel 90% dei casi riuscirà a combatte i germi ma nel 10% dei casi potrà contrarre la malattia e per questo motivo è stato sottoposto a idonea terapia per sei mesi. L’agente assume ogni giorno tre dosi di antibiotico particolarmente aggressivo sul fegato e a causa di ciò i medici gli hanno preannunciato che dovrà, per certo e a più riprese, essere esonerato dal lavoro. Non può esporsi al sole in maniera prolungata