domenica 29 settembre 2013

CONSAP, UNA POLIZIA SEMPRE PIU' "ANZIANA" E SEMPRE MENO "MERITOCRATICA". LEGGI IL BANDO DEL CONCORSO.

CONCORSO PER 1400 POSTI DA VICE ISPETTORE : CONSAP, UNA POLIZIA SEMPRE PIU' "ANZIANA" E SEMPRE MENO "MERITOCRATICA". LEGGI IL BANDO DEL CONCORSO.


L’antica diatriba si ripropone e deflagra in tutta la sua potenza nel nuovo bando di concorso interno per 1400 posti da Vice Ispettore pubblicato il 26 c.m. Or mai il dado è tratto, anche se forse sarebbe meglio dire che il dato è certo! Il testo del bando esprime una violenta volontà di repressione delle aspirazioni dei più merite voli .
Le proteste sono esplose vigorosamente al punto che in un solo giorno questa O.S. è stata letteralmente inondata di proteste pervenute con tutti i mezzi e da più parti. Ahimè, come ampiamente prevedibile e velatamente anticipato dalla CONSAP il 24 c.m., ancora una volta , non si è tenuto conto dei rilievi e delle costruttive proposte avanzate in sede di esame congiunto , in particolare:
la prima bozza , datata 24 gennaio 2013, pur tenendo conto della riserva del 30% per i sovrintendenti anche se privi del titolo di studio, non faceva ulteriori distinguo tra agenti e sovrintendenti, cui riservava un totale del 70% dei 1000 posti disponibili La medesima cosa prevedeva la bozza del 18 luglio 2013, ampliando a 1400 i posti disponibili. Nella bozza del 26 luglio , al contrario , la ripartizione dei posti viene di fatto ribaltata con la previsione confermata nel testo definitivo.
La strada suggerita nelle prime due bozze , sep pur impervia, era percorribile. Certo, occorreva rivedere la distribuzione dei punteggi in relazione alla meritocrazia e non all’anzianità, tuttavia un primo segna le appariva concretamente utile a delineare una Polizia moderna e finalmente meritocratica.
Ma passiamo ai numeri ed agli esempi, il bando suddivide così i posti a concorso (art. 1)
Nr. 754 posti
riservati al personale vincitore dei concorsi per l’accesso al ruolo dei sovrintendenti indetti dopo l’entrata in vigore del D. Lgs. 12 maggio 1995 nr. 197;
Nr. 323 posti
riservati agli altri appartenenti al ruolo dei sovrintendenti anche se privi del titolo di studio
Nr. 323 posti
riservati al personale che espleta funzioni di polizia in possesso, alla data di scadenza del termine utile di presentazione delle domande di partecipazione al concorso, di un’anzianità di servizio non inferiore a sette anni e del titolo di studio prescritto.
Come abbiamo sottolineato nella presentazione si tratta del primo e più importante rilievo.
Le modifiche introdotte rispetto alle prime bozze hanno di fatto modificato l’impianto del concorso apportando un sostanziale ribaltamento dei principi ispiratori. Lasuddivisione dei posti così come prospettata non appare tener in alcun conto la “meritocrazia”, questa sconosciuta!
Principalmente il concorso non risolve affatto l’annosa questione della endemica carenza di sottufficiali che affligge numerosissimi Uffici e che costringe gli agenti di p.g. a svolgere funzioni superiori per le quali non sono addestrati né pagati .
Allo stesso tempo, di fatto al ruolo degli agenti viene posto l’ennesimo blocco, come se non bastassero i precedenti. Portiamo un esempio: un Assistente della Polizia di Stato entrato nel 2000, con “appena” 13 anni di servizio, nel corso della sua carriera non ha potuto accedere a nessun concorso interno per l’avanzamento (infatti anche le recenti modifiche apportate per il concorso da Vice Sovrintendente risultano peggiorative e non consentono ai “meritevoli” di misurarsi con gli “anziani”) che oggi, di fatto,viene nuovamente penalizzato e paralizzato nelle proprie aspirazioni.
Il concorso in una sola parola, anche se con un pessimo uso della lingua italiana, è ANTIMERITOCRATICO (ovvero nel rispetto dell’etimologia del neologismo appenaconiato contro il potere del merito!!!).
I cittadini vorrebbero una Polizia moderna e preparata, in una sola parola efficace. Di fatto il concorso non tiene conto in alcun modo della preparazione degli aspiranti che vengono inghiottiti nella spirale dell’anzianità.
In merito ci preme sottolineare che l’anzianità è sicuramente un titolo da tenere in forte considerazione perché costituisce quell’indispensabile fonte di esperienza che spesso supporta la professionalità degli operatori. Tuttavia il criterio fondamentale cui non si può scappare DEVE essere quello della preparazione e competenza, che senza dubbio, farà già parte del bagaglio di un operatore “anziano” e “preparato” dunque in grado di competere ad armi pari con il più giovane (fermo restando che non si tratta di un concorso riservato ad esterni e che i 7 anni di servizio necessari per l’accesso non possono certo essere considerati anni di puro apprendistato…..).
Noi continuiamo a pensare che l’anzianità vada assolutamente premiata ma mai a discapito della preparazione e della competenza. Se un collega più anziano è anche preparato riteniamo giusto che superi il collega ugualmente preparato ma meno anziano, anche a discapito di un criterio di economicità che suggerirebbe di avvantaggiare il più giovane per un discorso di ampie vedute e di garanzie future (un collega più giovane se opportunamente preparato può garantire più anni di servizio nel ruolo rispetto ad uno più anziano il cui costo di preparazione non può essere ammortizzato nel tempo).
Infatti , nella parte del bando dedicata ai titoli ammessi a valutazione (art. 10), si denota la medesima chiara volontà e nel capo g) si premia il fattore “anzianità” con la possibilità di ben 10 punti.
Tale punteggio andrà sommato ai punteggi ottenuti nella prova scritta ed orale unitamente ai vari titoli di servizio (rappo rti informativi fino a 12 punti, qualità mansioni fino a 8 punti, incarichi e servizi speciali fino a 6 punti, titoli attinenti alla formazione professionale fino a 4 punti, lavori originali ed elaborati per il servizio fino a punti 4, speciali riconoscimenti fino a punti 6).
Si fa notare che una distanza di 10 punti tra prova scritta ed orale con un punteggio espresso in 50esimi è abissale e corrisponde grossomodo alla differenza tra un giurista ed uno studente.
Per concludere, favorendo il fattore “anzianità” rispetto al fattore “meritocrazia” si corre il rischio di trovarci con una Polizia meno preparata e che può garantire le competenze per un minore tempo e dopo pochi anni l’amministrazione sarà costretta a formare ancora nuovi ispettori con ulteriori costi alle casse dello Stato.
La CONSAP ha suggerito una strada ma di fatto la scelta è stata in senso opposto, dunque avremo: una Polizia sempre più “anziana” e sempre meno “meritocratica”.

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