lunedì 23 gennaio 2012

La Consap da voce ai frequentatori del 23° corso Allievi Vice Sovrintendenti

La Segreteria Nazionale, condividendo l'iniziativa spontanea dei frequentatori del 23° corso Allievi Vice Sovrintendenti perdenti sede d'origine, ha deciso di sostenere nelle sedi ministeriali opportune la loro rivendicazione e di pubblicare integralmente la loro lettera al Capo dello Stato, al Presidente del Consiglio, al  Ministro dell'Interno ed al Capo della Polizia.

" Egregi sig.ri Presidenti e sig.re Eccellenze,
a scriverVi la presente missiva siamo oltre un centinaio di Assistenti ed Assistenti Capo della Polizia di Stato, frequentatori del 23° corso per Allievi Sovrintendenti della Polizia, che si svolge presso la Scuola per Ispettori di Nettuno.
L’attuale congiuntura economica e finanziaria internazionale, ed europea in particolare, rende estremamente delicato questo  momento storico per il nostro Paese. Estremamente difficile il compito che Vi è stato affidato per il risanamento della finanza pubblica e il mantenimento di una pace sociale e politica necessaria affinché l’Italia non venga inghiottita nel vortice di una recessione che potrebbe avere nefaste conseguenze per il nostro futuro e quello dei nostri figli. A tale arduo compito, secondo quelle che sono le competenze e le specificità di ciascuno, siamo chiamati anche noi Poliziotti, tanto come privati cittadini sia, soprattutto, come rappresentanti dello Stato e garanti della Democrazia in uno stato di Diritto. Comprendiamo bene che, come in ogni periodo di recessione, tutta la comunità è tenuta a partecipare, in base alle proprie possibilità e capacità, a dei sacrifici finalizzati ad un bene pubblico di cui tutti sentiamo il bisogno e la necessità.
Il Corso che frequentiamo, il cui concorso di selezione è stato bandito con D.M. 23 Luglio 2009, ci permetterà di continuare a compiere l’attività fin ad oggi egregiamente svolta, ossia quella degli operatori di Polizia, nel più delicato e complesso ruolo di ufficiali di Polizia Giudiziaria. A causa della strutturazione stessa di tale concorso, coloro che vi scrivono - circa 1/3 del totale dei  partecipanti al Corso- non riusciremo a rientrare immediatamente nelle proprie sedi di appartenenza. Per grandi linee, confrontando la nostra situazione con i colleghi che ci hanno preceduto in corsi e concorsi analoghi da Vicesovrintendente, ipotizziamo di restare fuori dalle nostre sedi di origine per un periodo di circa 20/24 mesi. La possibilità di perdere la Sede ci era chiara sin dall’inizio. Tuttavia lo scenario economico-finanziario è tragicamente mutato nei due anni trascorsi da quando è stato bandito il concorso.
Per tale ragioni, in virtù della eccezionalità del momento, che ha imposto tagli drastici, riorganizzazione e razionalizzazione delle risorse della Pubblica amministrazione, Vi chiediamo di intervenire affinché tutti i partecipanti al nostro corso possano riguadagnare la propria sede di origine sin dalla fine del corso. Infatti, un’assegnazione dei neo Vicesovrintendenti perdenti sede presso ubicazioni differenti da quelle di provenienza comporterebbe un notevole onere per il Ministero dell’Interno. Onere, il cui importo totale si avvicina approssimativamente alla cifra di un milione e trecentomila euro, per il biennio 2012/2013. Infatti tutti i 130 perdenti sede, ai sensi della legge 86/2001, meglio conosciuta come la “ex legge 100”,  avranno diritto ad una indennità pro capite di poco meno di 8.000 euro nei primi due anni. A tale indennità si può sostituire, per coloro che decideranno di non usufruire degli alloggi di servizio, la possibilità di ottenere fino alla somma di 516 euro al mese, per i primi tre anni, per il pagamento del canone d’affitto. Nonché il pagamento, una tantum, di euro 1.500 pro-capite, come indennità per il trasferimento con il nucleo familiare, per coloro che decideranno di trasferirsi con le famiglie.
Crediamo che il risparmio di tale somma, in un momento come questo, sarebbe più che auspicabile per la Pubblica Amministrazione. L’amministrazione della P.S. potrebbe, per risparmiare tale somma, trasferire il personale perdente sede, oppure aggregare in forma non onerosa tale personale presso le sedi di origine.
Oltre a questo notevole risparmio per lo Stato, vi sono anche altre ragioni che ci spingono a formularVi la richiesta di rientro in sede. Inevitabilmente la lontananza da casa comporterebbe gravami economici ulteriori, e spesso anche consistenti, a carico delle nostre famiglie (ad esempio i continui spostamenti tra le sedi di servizio e le nostre case, oppure si pensi a chi dovesse ricorrere, e quindi farsi carico dell’onere economico, di una baby sitter per accudire i figli in mancanza di uno dei genitori). Inoltre sarebbe inevitabile, da parte degli operatori che lavorano fuori sede, lontani dai propri cari, non una minore concentrazione in ambito lavorativo, dato che siamo dei professionisti seri e preparati, ma una maggiore apprensione nel seguire, con la necessaria attenzione, i problemi e le vicende familiari. Problemi che, a distanza, avremmo maggiori difficoltà ad affrontare. Considerate che l’età media dei frequentatori del corso supera i 40 anni e la maggior parte è sposato e con figli e/o genitori anziani e spesso malati o disabili.
In particolare al Sig. Capo della Polizia, che conosce bene e personalmente la nostra professionalità e la nostra dedizione al lavoro, ma anche i problemi quotidiani che incontrano gli operatori di Polizia, e le difficoltà finanziarie che tutto il comparto è costretto a gestire a causa del delicato momento, chiediamo un personale, autorevole intervento in tale senso.
Per tali ragioni, Egregi Presidenti ed Egregie Eccellenze, Vi inoltriamo fiduciosi tale richiesta, confidando che Voi possiate intervenire nella vicenda.
Nettuno 9 gennaio 2012
Seguono le firme dei perdenti sede
Circa 90 firme su 120