sabato 13 giugno 2015

La fortuna di non essere la Corea del Nord - Lettera Sap, Coisp e Consap al capo della Polizia.

Corea del Nord, giustiziato il capo delle forze armate – Secondo fonti di intelligence di Seul, Hyon Yong-chol è stato ucciso da un plotone d’esecuzione con armi antiaereo. Punito con la morte per essersi addormentato durante una parata militare e non aver eseguito gli ordini del dittatore Kim Jong-un.

La Corea del Nord ha giustiziato il responsabile della Difesa Hyon Yong-chol, alla guida delle forze armate popolari: lo riferisce l’agenzia Yonhap, citando le informazioni date dal National intelligence service (Nis). Secondo l’agenzia di servizi segreti, Hyon è stato ucciso intorno al 30 aprile da un plotone d’esecuzione munito di armi antiaereo, in quello che è considerato l’ultimo episodio delle purghe efferate volute dal leader Kim Jong-un. Secondo quanto detto da un funzionario di vertice dell’agenzia di intelligence sudcoreana in un briefing con i giornalisti presso il quartier generale a Seul, Hyon sarebbe stato punito con la morte per aver sonnecchiato durante una parata militare e non eseguito a perfezione le istruzioni di Kim Jong-un. L’accusa mossagli è stata di “slealtà e mancanza di rispetto” verso il leader supremo. (….)

13 maggio 2015

Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2015/05/13/news/corea_del_nord_giustiziato_il_capo_delle_forze_armate-114228823/?ref=HREC1-23

Preg.mo Signor Capo della Polizia,

seppur non vi è ancora conferma sulla veridicità della notizia sopra riportata, riteniamo che Lei possa condividere la nostra convinzione che è proprio una fortuna che il Paese in cui viviamo non si chiami Corea del Nord.

Ma ci pensa? Fucilati con armi antiaereo, polverizzati per “slealtà e mancanza di rispetto verso il leader supremo”.

Già, siamo proprio grati a Dio di non essere nati e di non vivere nella Corea del Nord ed ancor più grato al nostro Padreterno lo è senz’altro il nostro collega Fabio Tortosa e con lui diversi altri poliziotti che oggi si ritrovano accusati di “slealtà e mancanza di rispetto verso (un qualche) leader supremo” …. per avere, il primo, pubblicato un post su Facebook, e, gli altri, aver messo un like su tale post.

Non siamo in Corea del Nord …. ma questa Italia è proprio come la vorremmo, è come se la immaginavano i tanti che sono morti per dargli origine e poi per difenderla? Oppure anche qui abbiamo il nostro leader supremo (e magari più d’uno … perché a noi italiani piace abbondare su tutto) cui non si può dire di no quando questo grida alla mancanza di lealtà e di rispetto da parte di qualcuno tra quelli che non hanno santi in paradiso? E la nostra Polizia di Stato come è messa? Perché, se è vero che non si prepareranno i cannoni antiaereo per l’assistente capo Tortosa e per quei colleghi che hanno condiviso, o semplicemente letto, il suo post su Facebook, è anche vero che quanto è stato fatto nei loro riguardi non sa certo di democraticità … non ne ha nemmeno l’odore.

I due pesi e le due misure del garantismo in polizia.

Vittime sacrificali. La sospensione dal servizio di Fabio Tortosa, assistente capo della polizia di Stato, per un post su Facebook, e la rimozione dall’incarico di dirigente del reparto Mobile di Cagliari Antonio Adornato, per aver cliccato «mi piace» su quel post, induce a porsi l’ovvia domanda: perché con Tortosa e Adornato il garantismo è stato riposto nel cassetto? va bene usare il sistema-Renzi, garantisti con gli amici e giustizialisti coi nemici, ma occorre darsi delle regole. Perché se è sacrosanto tutelare gli indagati, è ancor più ovvio tutelare chi indagato non è e nemmeno «condannato» dal Consiglio di disciplina. Già, perché senza quella «stella polare», a pagare potrebbe essere chiunque. Primo fra tutti proprio il capo della Polizia, Alessandro Pansa, indagato in un’inchiesta sullo smaltimento del percolato in qualità di Commissario all’emergenza rifiuti in Campania, ruolo ricoperto anni fa. Secondo esempio. Nessun tipo di punizione, com’è corretto che sia, venne applicato ai molti alti vertici processati per le violenze alla scuola Diaz e infine condannati. E nessun provvedimento punitivo per quel dirigente di una scuola che ai suoi 160 ragazzi ha sottoposto la visione di «Diaz», un film su quanto avvenuto in quei giorni a Genova, giudicato da più parti troppo schierato contro la polizia. Di poliziotti «punibili» sacrificando il garantismo, ce ne sarebbero molti. C’è il direttore di un centro indagato per molestie sessuali. Nei suoi confronti il dipartimento di Pubblica sicurezza, che su Tortosa ha immediatamente aperto un’inchiesta interna, non ha mai preso provvedimenti degni di nota. Così vuole il garantismo. Poi c’è il dirigente di un reparto e un ispettore accusati, nel 2007, di aver omesso di denunciare un reato commesso da un boss. Le accuse erano gravissime, per fortuna ora sono stati assolti. Ma anche allora il Dipartimento non fece nulla. In questi anni nessun sanzione è stata loro comminata. Scelta sacrosanta, ma allora perché pagare per un banale post e un like su Facebook?

Luca Rocca – 18/04/2015

Fonte: http://www.iltempo.it/cronache/2015/04/18/i-due-pesi-e-le-due-misure-del-garantismo-in-polizia-1.1405622

Preg.mo Signor Capo della Polizia, ma ci pensa? Se eravamo la Corea del Nord, Fabio Tortosa con ogni probabilità non si sarebbe ritrovato ad essere sospeso dal servizio per mano Sua, visto che, differentemente da quanto accade in Italia dove il “conto” si presenta solo ad alcuni, Lei purtroppo, Prefetto Pansa, sarebbe stato quasi sicuramente uno dei tanti Hyon Yong-chol. Hai voglia a dire che non aveva fatto nulla di sbagliato e non aveva commesso alcun reato né mai pensato di farlo … sarebbe stato tutto fiato sprecato!

Ciò in virtù di una sorta di democrazia del tutto singolare vigente in quel Paese, che vuole che il leader coreano Kim Jong-un debba “strafregarsene” se a sbagliare (è sufficiente anche la mera ipotesi che sia stata commesso un errore…) sia stato un perfetto sconosciuto oppure suo zio, la fidanzata, il migliore amico, un ministro oppure un barbone…… chiunque sbaglia diventa buono per testare qualche armamento speciale.

La nostra democrazia, invece, fa giuste distinzioni di cui tutti dovremo essere sempre più fieri: non conti nulla? Allora devi essere polverizzato …. sei qualcuno? allora il tuo errore è e deve essere compreso.

Gent.mo Capo della Polizia, in un Paese come l’Italia dove la valenza e la vita stessa delle persone è dettata dallo stipendio che percepiscono, dalle conoscenze importanti e dai rapporti di parentela, Fabio Tortosa è un uomo che conta evidentemente poco (abbiamo fondato motivo di ritenere che percepisca un misero stipendio di circa 1.500 euro al mese e che non possa vantarsi di avere conoscenze politiche o parenti importanti …. come grandissima parte dei poliziotti, del resto) ed eccolo quindi sospeso dal servizio, con provvedimento a Sua firma, per aver pubblicato, forse con superficialità e scarsa avvedutezza, un discutibile post su Facebook il 9 aprile scorso, due giorni dopo la sentenza della Corte Europea che ha stabilito che alla scuola Diaz vennero fatte azioni di tortura sui manifestanti, ove affermava che “Io sono uno degli 80 del VII Nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte” ….

Si dirà che tale post era teso a rivendicare la correttezza dell’operato, all’interno della scuola Diaz e durante il G8 di Genova, del reparto ove operava Tortosa e che aveva come finalità di puntualizzare che la Polizia di Stato non è un covo di torturatori come alcuni la vogliono dare a bere da sempre. Ad ogni modo quell’affermazione ha provocato i pruriti del ben noto partito dell’anti-polizia che numericamente conta infiniti sostenitori all’interno del circuito mediatico, della pseudo cultura italiana e delle Istituzioni, ma i cui componenti continuano a disconoscere quella è che la “vera verità”…….

Quella verità che ci saremmo aspettati sentir dire da Lei, Signor Capo della Polizia, o dal nostro Ministro Alfano (fosse anche solo per accattivarsi i voti dei poliziotti in vista dei prossimi impegni elettorali), ma che invece abbiamo trovato nelle parole del presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone – cui ancora una volta va la nostra più grande stima e riconoscenza – il quale (fonte: www.ilsecoloxix.it)ha detto di essere «rimasto indignato dopo la sentenza della corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo: i fatti della Diaz sono vergognosi, ma le indagini su quei fatti hanno consentito di individuare le responsabilità, anche dei vertici, senza bisogno del reato di tortura» e che «la polizia italiana è democratica da molto più tempo di quanto le sentenze della Corte Europea facciano pensare che sia».

Tutto ciò premesso, Egregio Capo della Polizia, La preghiamo di iniziare a condividere, con i fatti, ciò che non tanto noi quanto tutti i poliziotti e la stragrande maggioranza degli italiani affermano e vale a dire che è il momento di finirla con l’ipocrisia, con le lotte politiche e le fiere mediatiche consumate sulla pelle dei poliziotti.

La sospensione immediata dal servizio di Fabio Tortosa per un post su Facebook, la rimozione dall’incarico di dirigente del Reparto Mobile di Cagliari di quel funzionario che assieme ad altre decine di poliziotti ha inteso con un “mi piace” salutare l’autore del post, la richiesta di spiegazioni scritte a quegli altri che avevano cliccato sul tasto like …. sa ben poco di democrazia!

I poliziotti, Gent.mo Prefetto Pansa, continuano a chiedere di avere un Capo della Polizia che si preoccupa dei propri uomini ancor più di quanto ha a cuore l’incarico che potrà ottenere dopo quello di Direttore Generale della pubblica Sicurezza.

I poliziotti, Gent.mo Prefetto Pansa, continuano a chiedere di avere un Capo della Polizia che abbia il coraggio di difendere i propri uomini dai continui tam tam mediatici che li vorrebbero crocifissi sulla pubblica piazza.

Lei potrebbe ancora essere quel Capo. Non è impossibile trovare il coraggio di revocare gli assurdi provvedimenti emessi nei confronti dei citati poliziotti, né è impossibile garantire loro un procedimento disciplinare che non abbia il finale già scritto…. Anche perché quel finale, che tanto piace ai soliti vergognosi detrattori della Polizia, sarebbe quanto di più indecente possa compiersi.



Cordiali saluti.

Il Segretario Generale SAP
Gianni Tonelli
Il Segretario Generale COISP
Franco Maccari
              Il Segretario Generale CONSAP
Giorgio Innocenzi