domenica 29 settembre 2013

DIFFAMATORIE E DEPLOREVOLI AFFERMAZIONI DA PARTE DEL CAPO DELLA POLIZIA PRO TEMPORE DI NAPOLI

DIFFAMATORIE E DEPLOREVOLI AFFERMAZIONI DA PARTE DEL CAPO DELLA POLIZIA PRO TEMPORE DI NAPOLI - RICHIESTA DI PROVVEDIMENTI ADEGUATI E RISOLUTORI .

Ill.mo Signor Capo della Polizia,
la CONSAP è venuta a conoscenza di una lettera aperta al Direttore del “Corriere del Mezzogiorno” e pubblicata in data odierna, da parte dell’ Ill.mo Questore di Napoli, Dr. Merolla Luigi, nella quale ha espresso le sue personali considerazioni, fortemente lesive nei confronti dello scrivente e del sindacato che rappresenta, in relazione al comunicato/denuncia della scrivente OS, redatto in data il 22 c.m., che ha avuto il “torto” di sottolineare la grave escalation della criminalità nel quartiere di San Ferdinando - Chiaia di Napoli.
Tale missiva del Questore accusa il sindacato su quattro versanti:
1) Strumentalizzazione;
2) disdoro dell’immagine dei poliziotti;
3) minorità;
4) abbandono del mandato della difesa del lavoratore poliziotto in funzione di un’ingiusta ricerca del vantaggio del
singolo.
Analizziamo i vari punti.
Nella lettera in questione, pubblicata in prima pagina, il Questore dice testualmente: Spiace dover rilevare come la discesa in campo ... (del) la Consap… riconducibile esclusivamente (NDR, da notare l’uso apodittico dell’avverbio) a dialettiche sindacali interne alla nostra amministrazione possa … incidere sull’immagine dei tanti poliziotti che ogni giorno si sacrificano e si impegnano nell’interesse della collettività.”
Premettendo che “in campo” la Consap è “discesa” da molti anni senza mai uscirne, perché l’interesse dei poliziotti e dei cittadini ce l’ha nel proprio DNA, come si permette il Questore di attribuire intenzioni “esclusivamente” ultronee da parte del sindacato rispetto alle rivendicazioni rese pubblicamente (punto 1)? Ha imparato forse l’arte divinatoria?
Prima di fare delle accuse, tanto gravi quanto assurde, non avrebbe fatto meglio a documentarsi seriamente sulla questione? Ma il nostro, non soddisfatto di tutto ciò (e veniamo al punto 2), ha soggiunto che l’agire sindacale avrebbe inciso negativamente sull’immagine dei poliziotti! Ma l’avrà letto il comunicato/denuncia?
In esso si lamenta non l’operosità dei colleghi, che sono ampiamente e giustamente elogiati, fino al punto di sacrificare la vita (è scritto proprio così nel documento Consap) bensì la gestione; la gestione non è considerata soddisfacente.
Delle due l’una………., o il Questore non ha compreso il documento o ha voluto con dolo trasfigurarlo.
Ancora non pago, il Capo della Polizia napoletana, affonda, con un inciso, un altro fendente allorquando dice che la Consap è “peraltro minoritaria” (punto 3).
Cosa voleva dire, o meglio insinuare?
Egli dovrebbe ben sapere che questa compagine sindacale è maggiormente (questo sì che è un avverbio proprio) rappresentativa.
Perché allora dice il contrario?
Vorrà far credere all’ignaro lettore che sono solo quattro gatti coloro che chiedono maggiore organizzazione sulla sicurezza nei quartieri di Chiaia e San Ferdinando?
Anche qui c’è colpa o dolo, misconoscenza grave o volontà pervicace.
L’Ill.mo Questore ha completato la sua opera di mistificazione e di delegittimazione con l’ultima parte della sua lettera (punto 4):) “ E duole ancora di più constatare che ciò accade, non nel campo della tutela dei diritti del poliziotto-lavoratore, quanto in quello della ricerca di vantaggi a favore del singolo”. Insomma è addolorato perché la Consap, piuttosto che tutelare diritti, procaccia privilegi per singoli.
Una raffica di accuse infamanti e gratuite che troveranno la loro retribuzione nelle sedi adeguate.
Ma intanto, ci si chiede: com’è possibile che un Questore della Repubblica si accanisca, in questo modo, attraverso gli organi di stampa ad ampia diffusione, nei confronti di una associazione legalmente riconosciuta
Occorre un immediato intervento della Signoria Vostra per il ripristino del diritto e dei diritti, vuoi dell’organizzazione sindacale, vuoi dello scrivente. Allo scopo di completare il quadro nella sua composizione complessiva, si specifica che la lettera del Questore segue un improvvido articolo, pubblicato sul medesimo giornale il giorno precedente, ad opera di un giornalista, il quale adombra un dubbio circa l’autenticità delle intenzioni del sottoscritto riguardo alla denuncia sull’inasprimento della criminalità nei quartieri di Chiaia e San Ferdinando.
Tale giornalista (forse imbeccato da qualcuno?) si domanda: Ora la nota del Consap è la foto di un’emergenza o serve a regolare (a torto o a ragione, non è questa la sede per deciderlo) questioni interne con qualche dirigente? Qualcuno ce lo spieghi.” Certo, se invece di porsi questa strana, capziosa e insinuante domanda, si fosse informato e/ rivolto per esempio ai rappresentanti della municipalità, avrebbe scoperto che il grido di allarme era più che giustificato, tant’è che la sua stessa collega, Anna Paola Merone, sullo stesso quotidiano, nella giornata odierna, conferma la preoccupazione espressa dalla Consap, avendo parlato con i cittadini del quartiere ed avendo in loco misurato il polso della situazione.
Quel giornalista, invece, ha preferito mettere in dubbio l’onestà del sindacato, titolando il suo articolo nel seguente modo: “Se la polizia dice che non c’è sicurezza”. Ovviamente, viene da chiedersi come mai il giornalista non ha opportunamente distinto la Polizia dal sindacato (misconoscenza o volontà mistificatoria?), ma ancor di più ci si domanda come mai egli abbia pensato ad un “regolamento di conti interno”, chi o cosa glielo abbiano fatto ipotizzare?
Certo, la cosa più grave, gravissima è che il Questore di Napoli ha fugato quel dubbio sostenendo che disonestà e mala fede adombrate siano effettive.
Affermazioni diffamatorie ed oltremodo offensive, totalmente prive di ogni fondamento, che vanno pesantemente a ledere l’immagine della Segretaria Nazionale e dei colleghi che rappresenta, calpestando, infamando e infangando l’immagine della OS CONSAP, la cui unica prerogativa – è bene, a questo punto ricordarlo - è la tutela ed il benessere collettivo di tutti i poliziotti lavoratori, senza dimenticare il bene supremo del Paese, in nome del quale tanti sacrifici ha sostenuto e sostiene.
In attesa di provvedimenti adeguati e risolutori, si porgono i migliori saluti.

Il Segretario Generale Nazionale Vicario
Dr SCALZO Sergio