giovedì 5 luglio 2012

Torino: per guida in stato d'ebbrezza, i Vigili sospendono la patente a un poliziotto, che si uccide

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vigili torino

Torino: per guida in stato d'ebbrezza, i Vigili sospendono la patente a un poliziotto, che si uccide. Ma un articolo de La Stampa lascia interdetti

Categoria: Blog della Redazione | 01 Luglio 2012 | Redazione2
Qualche giorno fa, a Torino, un poliziotto 27enne fuori servizio è stato sottoposto ad alcoltest, durante un normale controllo dei Vigili; essendo risultato positivo, gli è stata sospesa la patente. Ma la reazione del poliziotto, a poca distanza di tempo, è stata inimmaginabile: s'è ucciso per aver momentamente perso la licenza di guida.
UN ARTICOLO DISCUTIBILE - Al di là dell'episodio di cronaca, e della tragedia che riguarda il poliziotto suicidatosi e i suoi familiari, ci lascia perplessi l'articolo de La Stampa, a firma Massimo Numa, molto polemico nei confronti dei Vigili. A nostro giudizio, il giornale torinese illustra i fatti in modo superficiale, quasi a sminuire la gravità del comportamento del poliziotto uccisosi, e a mettere in cattiva luce l'operato dei Vigili. La Stampa dice infatti che il poliziotto ha preso "un aperitivo, i soliti discorsi, poi a casa", dimenticandosi che un aperitivo se accompagnato con troppi alcolici può avere effetti negativi su qualunque guidatore, e a seconda delle condizioni psicofisiche del momento le capacità di condurre un veicolo possono essere seriamente intaccate. L'articolo continua raccontando che,"alla guida della sua auto, imbocca un controviale, poche decine di metri, non si accorge di essere in contromano": come se non accorgersi di essere contromano sia una cosa normale e non grave...; guidare in senso vietato vuol dire esporsi al rischio di un frontale mortale, specie se in stato di ebbrezza. Quindi, dice l'articolo, "una pattuglia dei vigili urbani incrocia per caso l'auto e la blocca". [...] Racconta che "la responsabile è una donna". Embé? Perché, se fosse stato un uomo cosa sarebbe cambiato? Che si vuole sottintendere? "Solita procedura, patente, libretto. Il poliziotto ha 27 anni e da pochi mesi è in servizio in un commissariato di Torino. Si qualifica, ammette di aver commesso l'infrazione ma - anche se in casi come questo non è obbligatorio - il vigile gli impone l'esame dell'etilometro". Come sarebbe a dire che l'etilometro non è obbligatorio? Non c'è stata nessuna procedura forzata; l'alcoltest si fa tutte le volte che serve (anche in base all'alito del guidatore o a un suo comportamento sospetto che denota scarsa lucidità), non c'è un motivo "standard" che lo impone. Ma per il giornalista è un atto quasi forzato?
RESPONSO - Al che, prosegue il quotidiano online, "il responso non lascia dubbi: 1, cioè lo 0.5 in più dei limite consentito. I vigili gli sequestrano la patente. Lui è disperato, teme conseguenze disciplinari. I testimoni raccontano che letteralmente implora i vigili di non togliergli la patente. E poi avrebbe (sono ancora in corso accertamenti) detto una frase inquietante: 'Se procedete, mi uccido'". Dopodiché, narra La Stampa, "il poliziotto torna in commissariato, informa immediatamente i superiori, che - a loro volta - tentano di riportare l'episodio a un fatto antipatico, sì, ma niente che possa pregiudicare la carriera del giovane poliziotto, dal brillante stato di servizio". Ci sembra che traspaia, anche in questo caso, l'intento di far apparire il tutto come una specie di persecuzione verso un poliziotto con un passato limpido. Qui La Stampa raggiunge l'apice: "Certo, ci sarà un intervento della 'disciplina', un atto dovuto (visto l'episodio tutt'altro che grave, alla fine aveva bevuto solo un aperitivo, non era in stato di ubriachezza) e per un mese niente auto di servizio". Occhio, un episodio tutt'altro che grave, si dice: un grammo di alcol (il doppio del limite) e un contromano è un compoartamento non grave?!? Ma allora, quando un episodio è grave? Ci vuole, come sempre l'incidente grave per accorgersi di certe cose? Ancora La Stampa: "L'operato dei vigili urbani viene giudicato, nel contesto di una nota sindacale del Siulp, troppo 'severo e intransigente'". Al giornalista, cui non passa neanche per la testa di commentare le (presunte) dichiarazioni dei sindacalisti, va ricordata l'omissione d'atti d'ufficio: i Vigili avevano il dovere di fare la multa. O è una prassi, per il Siulp, mandare via il "collega" ubriaco senza sanzionarlo? In più, "per i vertici della questura, quella multa (con la relativa sospensione della patente) potrebbe essere stato solo l'elemento scatenante di uno stato di disagio provocato da altri fattori, non noti a nessuno. Il comportamento dei vigili viene dunque considerato corretto. Ineccepibile". E certo che è così: quando una persona si uccide, si dovrebbero conoscere le vere ragioni che l'hanno spinto al gesto estremo, da ricercare nel profondo del suo animo e non in una multa.
CHIUSURA - L'articolo de La Stampa termina così: "Ma alcuni agenti, che conoscono ogni aspetto di una vicenda davvero tragica e per certi versi assurda, non sono affatto convinti: 'Quando un poliziotto, che sai armato di pistola, anche se non ha formalmente ragione, ti dice che intende uccidersi, chi opera deve da una parte egualmente procedere nel rilevare l'infrazione ma dall'altra agire per tutelarne la sicurezza, avvertendo il 118 e la centrale della questura. Se questo protocollo fosse stato seguito, in base soprattutto al buon senso, forse il nostro collega sarebbe ancora tra noi. Speriamo che l'inchiesta faccia luce sulle responsabilità, ammesso che ci siano". Francamente, non vediamo responsabilità dei Vigili. Una segnalazione avrebbe potuto scongiurare la tragedia? Chissà, forse l'avrebbe solo rimandata o accelerata.
LA LEGGE - Per chiarezza, ecco quanto dispone la Legge riguardo alle infrazioni commesse dal poliziotto, alla cui famiglia va comunque la nostra totale solidarietà: contestiamo l'articolo de La Stampa, e non ci permettiamo di giudicare le azioni e i gesti disperati del prossimo né vogliamo essere falsi giustizialisti. Sbagliare è umano, sminuire gli avvenimenti no. Il verdetto dell'etilometro è stato di un grammo di alcol per litro di sangue, contro il limite di mezzo grammo: è un reato punibile secondo il Codice della strada (articolo 186) con un'ammenda di 800 euro, l'arresto fino a sei mesi, il taglio di 10 punti-patente, e la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da sei mesi a un anno. Quindi, i Vigili hanno solo fatto il proprio dovere, né più né meno. In quanto al contromano, sono almeno 154 euro più il taglio di quattro punti-patente (articolo 143 del Codice della strada). La pena è più pesante in condizioni particolari, quali il contromano in curva. E poi La Stampa dovrà pur decidersi su come impostare la propria linea editoriale in merito alla sicurezza stradale: il 15 giugno, ha criticato la sentenza che non puniva abbastanza un automobilista ubriaco (0,72 g/l), il quale aveva causato un sinistro mortale. Allora, l'alcol è pericoloso sì o no?